Morto Andrea Pittini, il signore delle Ferriere - Foto e Video

UDINE. E’ morto all’ospedale di Udine, dov’era ricoverato, il cavalier Andrea Pittini, uno degli industriali friulani più conosciuti. Avrebbe compiuto 86 anni il prossimo primo novembre.
Il Friuli perde con lui uno dei suoi più grandi e rappresentativi capitani d’industria. Un self made man vero come lo stesso Pittini amava ricordare, riavvolgendo il nastro della memoria fino al secondo dopo guerra.
L’aveva fatto per noi poco meno di un anno fa. In occasione del suo ottantacinquesimo compleanno in un’intervista che riproponiamo qui sotto.
Una conversazione condotta dall’imprenditore con la consueta verve, l’ironia e la perspicacia che chi ha avuto il piacere di passare del tempo con lui non può non ricordare.
Oltre alla moglie Annamaria, ai figli Marina e Federico, Pittini lascia la grande famiglia del suo gruppo: oltre mille lavoratori - di cui 500 in forze alle Ferriere Nord di Osoppo - che non ha mai smesso di ringraziare.
“Si sono sempre detti orgogliosi di lavorare per me - ci aveva raccontato -, ma quello orgoglioso di loro sono io”. Parole che raccontano la tempra dell’uomo.
Capace di tener testa- anche in veste di presidente di Confindustria - ai grandi industriali, come pure agli uomini politici - tra gli altri Berlusconi che è stato più volte suo ospite ad Osoppo -, tra gli altri il commissario straordinario alla ricostruzione del Friuli Terremotato, Giuseppe Zamberletti, che pochi giorni fa, proprio in occasione dell’assemblea generale di Confindustria Udine, aveva ricordato le “storiche” litigate con il cavaliere.
Uomo “ruvido” e tenace che dinanzi alla “sua” gente tornava però ad essere quel giovane ragazzo che nei rottami della guerra aveva visto la speranza di un futuro migliore.
Per sé e per le tante famiglie che dagli anni ’50 del Secolo scorso a oggi hanno lavorato per il gruppo, ricostruendolo nel post terremoto e facendolo poi crescere fino ad imporsi nel mondo della siderurgia e a raggiungere le dimensioni attuali, con 13 stabilimenti e una produzione d’acciaio superiore a 3 milioni di tonnellate/anno.
Andrea Pittini nacque a Gemona del Friuli il primo novembre del 1930, terra alla quale è sempre rimasto legatissimo e che grazie alle sue iniziative industriali, in particolare nel tremendo dopo terremoto, ha ricevuto posti di lavoro e benessere.
Pittini ha cominciato l’attività già dopo la seconda guerra mondiale nel settore delle demolizioni e del recupero di materiali ferrosi poi allargato alla trafilatura con la produzione del traliccio elettrosaldato.
Al 1950 risale la costituzione del primo nucleo di quello che poi divenne un grande gruppo industriale affermato in campo nazionale e internazionale, il Gruppo Pittini.
Il massimo impegno di Andrea Pittini fu espresso nel dopo-sisma per rimediare a problemi rilevantissimi e per non fermare un processo di industrializzazione messo gravemente in crisi dai danni causati nelle aziende.
Andrea Pittini, quale riconoscimento dei meriti imprenditoriali, ha ricevuto nel 1979 l’onorificenza di cavaliere del lavoro. Nell’Associazione Industriali ha affiancato Gianni Cogolo come vicepresidente e nel febbraio 1984 gli è succeduto alla presidenza carica che ha tenuto fino al 1986.
Pittini ha indirizzato l’Associazione nell’attività di supporto all’espansione dell’export dei prodotti friulani, impegnandosi altresì nella difesa delle attività industriali.
Ha privilegiato un dialogo aperto e continuo con le componenti politiche e le forze sociali affrontando i punti di crisi, i temi del credito e quelli contrattuali e sindacali.
E’ stato a lungo impegnato con importanti cariche nelle organizzazioni di rappresentanza associativa. E’ stato presidente dell’ISA, l’Associazione che riuniva le aziende private della siderurgia, e successivamente è stato componente attivo di Federacciai.
Ha ricoperto per due mandati la carica di presidente di Confindustria regionale.
In Associazione ha proseguito il suo impegno come Capogruppo delle industrie Siderurgiche seguendo costantemente le attività associative non facendo mancare suggerimenti e contributi.
Le esequie saranno celebrate alle 14.30 di lunedì a Osoppo, all’interno della fabbrica, dove dalle 10 sarà allestita la camera ardente.
La famiglia ha scelto dunque di celebrare funerali pubblici, salvo per la sepoltura che avverrà nel cimitero monumentale di Gemona in forma privata.
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