Ecco la super-pista per far correre il Friuli

Mortegliano divisa sul caso-autodromo. L’imprenditore Luca Commessatti: siamo friulani e crediamo nel progetto. Pronti 20 milioni per sfidare Adria e Fiume. Ma c’è chi non si fida e si voterà

MORTEGLIANO. Vogliono sfatare il detto “Nemo propheta in patria”. Quattro imprenditori friulani hanno da anni un’idea in testa (e, pare, in tasca) per lo sviluppo del Friuli: una super-pista per bolidi a quattro e due ruote a Lavariano.

Non un semplice autodromo, ma un Parco turistico-sportivo per il Fvg, un impianto polifunzionale in grado di ospitare più eventi, anche aggregativi, ricreativi e culturali, garantendo opportunità per l’indotto non solo locale, ma per l’intera regione.

Hanno già acquisito 27 ettari di terreno e, se il referendum comunale di febbraio li promuoverà, ribusseranno alle porte del Comune per poter metter mano sul tracciato, ciò che resta di una pista di volo realizzata nella Seconda guerra mondiale, oggi in parte in disuso.

Carlo Caissutti (per anni gestore del Laghetto Alcione a Udine), Alberto Petris (che si occupa del patrimonio immobiliare Despar) e Tullio Picco (Bi.Elle, amministratore unico di A&T 2000) parlano attraverso Luca Commessatti (Romanello spa), che rappresenta «la Romanello che ha deciso di reinvestire in Friuli e detiene il 78 per cento di Pro.Mo.Mortegliano», la società che si è fatta avanti per l’autodromo.

La sorte di un investimento pari a 20 milioni di euro per tre fasi di intervento è nelle mani dei cittadini di Mortegliano, che in febbraio andranno alle urne per il referendum comunale. C’è chi non si fida a proposito delle ricadute per il territorio e l’amministrazione municipale ha preferito mandare tutti alle urne. Se la spunterà il sì, l’intervento potrebbe essere completato nel 2017.

Il sindaco: "Decida la gente"
Mortegliano 16 Giugno 2014 la giunta e maggioranza consiglio comunale Copyright Petrussi Foto Press TURCO

Intanto, c’è chi sogna un circuito con verde attrezzato capace di richiamare quanti oggi sono costretti a riparare in Veneto, ad Adria, o in Croazia, a Fiume. Un riferimento, dunque, anche oltre il Nordest. «Tre le fasi d’intervento, rispettivamente da 10, 5 e 5 milioni l’una, da ultimare in un anno – spiega Commessatti –. Si parte dalla trasformazione della pista di 900 metri in una strada lunga almeno 3 chilometri e mezzo e larga dodici metri.

L’asfalto in cemento va bonificato e reso omologabile, secondo le norme che regolano gli aspetti strutturali, – dalle vie di fuga ai cordoli al terrapieno anti-rumore –, per le corse, sì, ma anche per i corsi di guida sicura. Una prospettiva che possa portare una clientela che si fermi da una settimana a qualche giorno e che possa spendere in loco».

Poi la seconda e la terza fase, «per migliorare le strutture esistenti, rendendole più confortevoli e accoglienti, dalla direzione ai box, dagli ingressi alla reception, dal presidio medico agli alberi. Dovrà essere una finestra promozionale per tutto il Friuli».

Rumori e traffico: i pilastri della voce del no
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La concorrenza non lo preoccupa: «Adria ha una pista corta, poco attrezzata per la guida sicura e non facile da raggiungere, mentre Fiume ne ha una non conforme agli standard ed è priva di infrastrutture adeguate, trascurata a beneficio della costa».

Lo spunto per il “valore aggiunto” è arrivato da Imola, con la cicloturistica, e Misano, con i contenitori per il raduno-esposizione di moto storiche; da Monza, che ospita una varietà di eventi, dal volontariato al podismo, al Mugello (maratona e altre discipline). Il parco a energia pulita (qui il modello, con fotovoltaico e pannelli solari, è Modena) ospiterà un playgroung per tutti i gusti e le età. Spazio anche a concerti, mostre, attività per il tempo libero.

E la Formula 1? Commessatti sorride: «No, niente F1 o MotoGp. Penso piuttosto a un paio di eventi promozionali l’anno, come Ferrari Challenge e Superbike. Vettel o Rossi non potremmo permetterceli, pensi che Ecclestone pretende 36 milioni di euro solo per iscrivere la gara al campionato. Niente iperboli, puntiamo al flusso costante di persone sui tre-quattro giorni per le corse, sì, ma anche per chi frequenta i corsi di guida sicura o sportiva. Penso alla Polstrada che addestra i suoi agenti».

«E’ un’opportunità per la regione»

Per il progetto del circuito, la Pro.Mo.Mortegliano ha pensato all’architetto Luciano Snidar di Udine e all’ingegner Adamo Leonzio, abruzzese, «che non solo traccia le piste, ma è anche quello chiamato dalle autorità a omologarle. La nostra scelta è stata precisa».

E veniamo all’indotto friulano. Gare e prove motoristiche possono portare – è l’aspettativa – per più giorni anche migliaia di persone. Che a Mortegliano e dintorni troverebbero le soluzioni ricettive necessarie. E si potrebbe pensare di affiancare un pacchetto turistico su scala regionale. «Noi gestiremo l’autodromo – dice Commessatti –, ma ci dovremo affidare a una società per coprire la giornata, gli spazi, l’agenda, insomma, che sarà a base annuale». I dipendenti? Commessatti dà i numeri: «Saranno 23 veri e propri, per il quotidiano, più una cinquantina per gli eventi. E pensiamo a un contratto d’appalto, per esempio, per gestire il parco».

Un sogno friulano al vaglio dei friulani.

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