Apu, tutto pronto per la A: un pianeta nuovo da esplorare con pazienza e tanto lavoro
Dopo dieci anni di rincorsa e la promozione diretta, i bianconeri affrontano l’élite del basket italiano tra entusiasmo, budget da 5 milioni e il nodo del Carnera

Ci siamo. Con negli occhi ancora la magnifica cavalcata che ha portato l'Apu Old Wild West in Serie A , con la promozione azzannata due giornate prima della stagione regolare senza passare per i play-off, domenica inizia il campionato di massima serie.
Cambiano palazzetti, avversari e soprattutto budget. Udine si confronterà con Olimpia e Virtus, squadre di Eurolega milioni e milioni di investimenti, Trento e Venezia che fanno la Eurocup, l'anteprima all'Eurolega, poi con una serie di squadre che da anni frequentano i palcoscenici europei (vedi Reggio Emilia, l'avversaria di domenica, o, da quest'anno, Trieste). Cambia, insomma, il livello. Ci sono sei stranieri per squadra, il gioco è più fisico, veloce e spettacolare. Ogni errore viene pagato caro.
Il presidente Pedone ha messo a disposizione un buon budget (5 milioni non sono bruscolini di questi tempi), la premiata ditta Gracis-Vertemati ha allestito una squadra intrigante, lo ha già dimostrato in precampionato. Ma bisognerà andare con i piedi per terra, lo dovrà fare in primis il pubblico, abituato a veder vincere, specie al Carnera, la propria squadra in pratica nove partite su dieci. Non sarà così, ci sarà da soffrire, Udine è atterrata in un altro pianeta, che all'inizio forse sarà pura ostile.
Il grande peccato? È da dieci anni che l'Apu cercava di salire al piano sopra e in dieci anni una città che si vanta d'essere al centro dell'Europa e di guardare al futuro non è stata in grado di costruire un palasport al passo con i tempi. Il Carnera per la Serie A è infatti completamente inadeguato
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