Liliana Segre: «Zugliano è il luogo migliore in cui celebrare solidarietà e pace»

Lo scritto della senatrice a vita Liliana Segre a don Pierluigi Di Piazza e alla comunità Ernesto Balducci 

La senatrice Liliana Segre, figura di assoluto prestigio della comunità ebraica, ha mandato un indirizzo di saluto al centro di accoglienza Ernesto Balducci di Zugliano che domenica 27 gennaio, alle 18, onorerà il Giorno della Memoria. Questo il testo.

* * *

Saluto con vero piacere l’iniziativa promossa in occasione del Giorno della Memoria. Voi del Centro ormai da anni riuscite a tenere insieme una attività notevole di accoglienza di chi fugge dalle guerre e dal bisogno, ma anche di lotta a ogni forma di intolleranza. Il dialogo e l’accoglienza sono le vostre stelle polari e questo rende la vostra esperienza esemplare.

PER SAPERNE DI PIU':  Chi è Liliana Segre

Ora la coltivazione della memoria è tanta parte di un medesimo approccio ai problemi e anzi ai drammi del presente. Per questo ho deciso di sfruttare l’occasione inaspettata della nomina a senatrice a vita per rilanciare una missione che mi ero data da molto tempo. Dagli anni ’70 almeno, ma con piena dedizione dal ’90, avevo deciso infatti di farmi “testimone” diretta dell’immane tragedia della Shoah.

L’appello di don Di Piazza: «Senza accoglienza il Paese non ha futuro»


Per questo la scuola, la cultura, le reti di solidarietà sono importanti. Perché solo conoscere la storia del proprio tempo evita di ricadere in certi errori e orrori, ma apre anche la mente al valore autentico di termini come “tolleranza”, “accoglienza”, “interculturalità”, “solidarietà”. Tanto più che da qualche anno in Europa siamo costretti ad assistere a sempre nuovi episodi di antisemitismo, oltre che di violenza, terrorismo, xenofobia. A tutto questo bisogna reagire.

Non a caso ho parlato di una battaglia comune. Perché quanti minimizzano o addirittura negano la tragedia della Shoah sono gli stessi che poi pretendono la chiusura dei porti e delle coscienze di fronte al dramma dei migranti.

Commemorare dunque il Giorno della Memoria in un Centro di accoglienza è il modo migliore per perseguire insieme i fini di giustizia, solidarietà e pace che ci animano.

Non dimentichiamo mai infatti che intelligenza, memoria e cultura costituiscono, oggi e sempre, l’estremo antemurale contro coloro che hanno la forza e magari un effimero consenso, ma mai la ragione. —
 

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto