Scontri, feriti e arresti al termine del corteo pro Pal: “La politica deve condannare questa vergogna”

Il commento di Paolo Mosanghini, vice direttore del Gruppo Nem con delega al Messaggero Veneto, sui disordini verificatisi a Udine, martedì 14 ottobre, al termine della manifestazione che ha visto sfilare per la città circa 9 mila persone, in concomitanza con la partita Italia-Israele giocatasi allo stadio Friuli

Paolo MosanghiniPaolo Mosanghini
La polizia ha usato lacrimogeni e idranti per disperdere i facinorosi (foto Petrussi)
La polizia ha usato lacrimogeni e idranti per disperdere i facinorosi (foto Petrussi)

Sfilano in corteo per la pace e poi recitano il déjà vu delle manifestazioni che paradossalmente scatenano la guerriglia urbana. Quello che si è visto a Udine martedì sera è una vergogna, non ci sono altri termini, peraltro anche abbastanza prevedibile. Se per una marcia della pace di migliaia di persone si assoldano centinaia di agenti, se una città piccola come Udine è blindata per due giorni e il terzo, messa a soqquadro e violata, si lecca le ferite significa che i segnali c’erano e quindi andavano presi provvedimenti necessari per evitare che qualcuno facesse degenerare quello che sarebbe dovuto essere un messaggio di pace.

Scontri a Udine, il commento di Paolo Mosanghini: "La politica deve prendere le distanze e condannare questa vergogna"

Denunciare, esternare per questioni di principio è sicuramente lodevole, in linea di massima, purtroppo non per tutti, come si è visto. Ma anche l’intenzione di forzare il blocco per volere a tutti i costi spostarsi davanti allo stadio mostra l’arroganza di chi pensa che le regole - per qualcuno - sono fatte per non essere rispettate.

Le manifestazioni pro Palestina, in solidarietà verso Gaza, che hanno questi epiloghi nuocciono anziché giovare. E non perché scioperi e blocchi paralizzano l’Italia senza spostare di un millimetro le sorti dei palestinesi. Il destino del popolo di Gaza si decide con la politica estera, non incendiando i cassonetti, attaccando gli agenti o lanciando pietre.

Tutte le immagini degli scontri a Udine

Pacifici fino al termine del corteo ma una volta arrivati in piazza Primo Maggio, sede prescelta per la conclusione del corteo pro Palestina che ha visto sfilare per Udine circa 10 mila persone, alcune frange esagitate celatesi tra i manifestanti hanno iniziato ad avanzare minacciosamente verso le forze dell'ordine, usando tutto quello che trovavano per strada come oggetti da lanciare verso polizia e carabinieri. Da lì è iniziata la guerriglia, con un bilancio finale di alcuni feriti.
Pacifici fino al termine del corteo ma una volta arrivati in piazza Primo Maggio, sede prescelta per la conclusione del corteo pro Palestina che ha visto sfilare per Udine circa 10 mila persone, alcune frange esagitate celatesi tra i manifestanti hanno iniziato ad avanzare minacciosamente verso le forze dell'ordine, usando tutto quello che trovavano per strada come oggetti da lanciare verso polizia e carabinieri. Da lì è iniziata la guerriglia, con un bilancio finale di alcuni feriti.
Pacifici fino al termine del corteo ma una volta arrivati in piazza Primo Maggio, sede prescelta per la conclusione del corteo pro Palestina che ha visto sfilare per Udine circa 10 mila persone, alcune frange esagitate celatesi tra i manifestanti hanno iniziato ad avanzare minacciosamente verso le forze dell'ordine, usando tutto quello che trovavano per strada come oggetti da lanciare verso polizia e carabinieri. Da lì è iniziata la guerriglia, con un bilancio finale di alcuni feriti.
Pacifici fino al termine del corteo ma una volta arrivati in piazza Primo Maggio, sede prescelta per la conclusione del corteo pro Palestina che ha visto sfilare per Udine circa 10 mila persone, alcune frange esagitate celatesi tra i manifestanti hanno iniziato ad avanzare minacciosamente verso le forze dell'ordine, usando tutto quello che trovavano per strada come oggetti da lanciare verso polizia e carabinieri. Da lì è iniziata la guerriglia, con un bilancio finale di alcuni feriti.
Pacifici fino al termine del corteo ma una volta arrivati in piazza Primo Maggio, sede prescelta per la conclusione del corteo pro Palestina che ha visto sfilare per Udine circa 10 mila persone, alcune frange esagitate celatesi tra i manifestanti hanno iniziato ad avanzare minacciosamente verso le forze dell'ordine, usando tutto quello che trovavano per strada come oggetti da lanciare verso polizia e carabinieri. Da lì è iniziata la guerriglia, con un bilancio finale di alcuni feriti.

Alcuni tipi di appuntamenti di massa sono strumentalizzati da coloro che dietro le quinte, animando giovani e meno giovani, cercano di ottenere qualcosa di diverso dallo scopo palesato. In realtà pare che per alcuni – e sono sempre troppi – il principale obiettivo sia quello di creare disordine sociale. Non si va in piazza con teppisti e delinquenti.

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Così come non è accettabile arrampicarsi in giustificazioni del tipo: «Intanto, la partita non andava fatta». Quasi come se, giacché Italia-Israele si è giocata, queste siano anche le logiche conseguenze. Eh no. Gli organizzatori avrebbero dovuto isolare le decine di mele marce per difendere una manifestazione che era stata pacifica con migliaia di persone scese in piazza. Invece, si ricorderà il peggio di quello che abbiamo visto. Sono azioni ignobili e inaccettabili, che vanno condannate senza alcuna debole giustificazione.

Per mesi la giornata del 14 ottobre ha diviso cittadini e politica. Oggi la politica, da sinistra a destra, deve prendere le distanze e condannare chi ha provocato la vergogna e l’onta che sono calate su Udine.

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