L’addio a Giorgio Ros, economo diocesano ed ex sindaco di Brugnera: “Un amico prezioso e un grande testimone di fede”
Commozione ai funerali a Pordenone per Giorgio Ros, ricordato dal vescovo Pellegrini come un uomo di servizio, fede e amicizia sincera

«Una fitta al cuore che non provavo da 25 anni, quando morì mio padre. Ci ha lasciati un amico prezioso e un esempio di vita. Esempio che custodiremo con gratitudine». Parole dense di affetto con le quali il vescovo della diocesi di Concordia-Pordenone, Giuseppe Pellegrini, ha voluto ricordare l’amico Giorgio Ros, 71 anni, strappato alla vita sabato scorso da una grave malattia.
Per il vescovo, che ha concelebrato il rito con l’emerito Ovidio Poletto, il vicario generale don Roberto Tondato e numerosi sacerdoti, Giorgio era molto più che un collaboratore in diocesi. «Sono stati anni intensi quelli vissuti con Giorgio – ha detto commosso il presule –. Insieme abbiamo vissuto e condiviso momenti della vita personale, saldando una forte amicizia. È stato un amico prezioso, un collaboratore formidabile, il primo laico a diventare economo in diocesi e un grande testimone di fede».
Sindaci e consiglieri regionali, vertici delle aziende sanitarie di Pordenone e Udine, tanti amici. Centinaia le persone, arrivate da ogni angolo della regione, che si sono strette alla famiglia in questo momento di grande dolore e che, ieri pomeriggio, hanno voluto dare l’ultimo saluto a Giorgio Ros. Una vita al servizio del prossimo, altruista, sempre pronto a fare del bene. «Qualità che l’hanno sempre contraddistinto – ha detto il vescovo – nel ruolo di direttore dell’Asufc, ma anche da sindaco di Brugnera, indossando il cappello degli alpini e poi ancora come economo della diocesi».
Ad accompagnare il feretro in chiesa, standogli accanto per tutta la durata dei funerali, sono state proprio le penne nere, con le quali ha vissuto anni indimenticabili.
«Consegneremo il tuo cappello alla tua famiglia, affinché tu possa starle vicino – ha detto il capogruppo di Brugnera Alessio Colussi Mas –. Gli alpini sono convinti che il Padre Eterno abbia riservato per loro un angolo di Paradiso chiamato “Paradiso di Cantore”. È li che arriverai tu arriverai e troverai tutti gli amici che ti hanno preceduto. Alla fine torneremo tutti insieme, come in caserma. Adesso dobbiamo proprio lasciarti andare. Grazie, mandi Giorgio».
Il rito funebre si è chiuso con la lettura della preghiera dell’alpino.
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