Maltempo, l’emergenza e il dopo: non lasciamoli soli

Paolo Mosanghini
Il tetto di un'abitazione devastato dalla grandine
Il tetto di un'abitazione devastato dalla grandine

UDINE. Strade coperte di tegole sbriciolate, vetri infranti scaraventati ovunque, case e fabbriche bombardate, campi rasi al suolo. Da Brugnera a Talmassons, da Mortegliano a Torviscosa, da Lestizza all’Isontino, da Sacile a Bicinicco – solo per ricordare qualche località –, l’impetuosa tempesta di ghiaccio non ha lasciato nulla di intatto dove è passata.

in tutta la regione
Temporali e forti grandinate, ghiaccio grande come palline da golf: danni a Udine e Pordenone
La grandine ha sfondato i vetri delle auto: ecco i danni a Mortegliano, chicchi di ghiaccio grande come palline a Carlino e Pozzuolo

Ai sindaci è venuto a memoria il lancio di bombe. E non c’è un’altra parola che descriva meglio lo sconvolgimento e il conseguente dolore, la distruzione e la paura, lo sgomento e l’incertezza, lo sconforto e il futuro claudicante.

I nostri fotografi e giornalisti poche ore dopo hanno raccontato paesi e città con persone già all’opera per tornare alla normalità. Ce ne vorranno di tempo, di lavoro, di energie e di risorse per rivederla, la normalità.

I danni della grandine
Il Consorzio agrario: «Interi raccolti andati persi, siamo corsi in aiuto dei viticoltori per salvare le vigne»
Sono stati eseguiti interventi di emergenza con prodotti specifici per “cicatrizzare” le piante rovinate

L’illustrazione dell’operosità friulana rischia di scivolare nella banale retorica, forse è così, ma l’orgoglio di queste comunità che hanno fretta di guadare il fiume e uscire da queste acque è la cifra di un modo di interpretare la vita.

La Regione si è trovata unita per stanziare i primi 50 milioni, ma le risorse necessarie al momento sono incalcolabili. Ieri i sindaci hanno incontrato l’assessore Riccardi per individuare le modalità di intervento e la burocrazia da sciogliere.

Mortegliano
Tetto distrutto dalla grandine, la disperazione della famiglia rimasta senza casa: «Abbiamo avuto paura di morire»
La disperazione della famiglia Cukali di fronte alla casa devastata dalla grandinata

Ai sindaci va data gratitudine: quando si fanno eleggere pensano a rappresentare il meglio di una comunità, ma l’imponderabile li mette alla prova. E loro, si è visto, ci sono.

C’è la fase dell’emergenza e della conta; c’è la fase della sistemazione che si incrocia inevitabilmente con l’atavico male italico della burocrazia; c’è il resto che sfugge alla prima analisi, ma che non scappa ai cittadini. Che sempre avranno un solo punto di riferimento: i sindaci delle loro realtà, piccole o grandi.

Non dimentichiamo e non lasciamo soli le popolazioni, gli amministratori regionali e locali, gli operatori delle emergenze, i volontari.

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto