La stangata: rette più care in quasi tutte le case di riposo

UDINE. Rette più care nella stragrande maggioranza delle case di riposo del Friuli. Si va da un minimo di 0,20 a un massimo di 4 euro al giorno per pazienti non autosufficienti residenti fuori comune.
Da quest’anno, quindi, le famiglie con un anziano in casa di riposo spenderanno da 6 a 120 euro al mese in più. La maglia nera va alla Casa degli operai vecchi di Paluzza dove l’aumento per gli ospiti non autosufficienti raggiunge i 4 euro al giorno.
In regione si contano 22 Asp, 17 quelle associate alla Federsanità. La situazione è la stessa sia in Friuli sia nel Pordenonese.
Solo quattro delle 12 Asp con sede in provincia di Udine non hanno applicato rincari. Si tratta delle Asp “Luigi Scrosoppi” di Tolmezzo, la “Umberto I” di Latisana, l’Opera Pia Cojanz di Tarcento e la fondazione Muner de Giudici finita all’onore delle cronache per la sospensione, poi revocata, del centro diurno per malati di Alzheimer.
Ma per quattro che mantengono l’asticella al suo posto altre sei la alzano. Lo fa “La Quiete” di Udine anche se in questo caso il rincaro (0,50 al giorno) si mantiene al di sotto della percentuale di incremento Istat, lo fa in misura minore, però, (0,35 euro al giorno) la “Chiabà” di San Giorgio di Nogaro.
Analoga la scelta fatta dal Cda della Casa per anziani di Cividale anche se l’obiettivo è stato quello di far pagare agli ospiti non autosufficienti residenti e non residenti nel comune, la stessa cifra.
E così se i residenti, rispetto allo scorso anno, pagano solo 0,20 euro in più al giorno, gli abitanti in altri comuni devono tirarne fuori 0,60. Rincari più pesanti all’Asp di Codroipo dove l’importo della retta giornaliera è aumentato di un euro.
Analoga la situazione alla “Sirch” di San Pietro al Natisone. E come detto, alla Casa degli operai vecchi di Paluzza le famiglie devono rivedere le uscite annuali perché qui gli autosufficienti pagano 2 euro in più al giorno, il doppio i non autosufficienti.
Resta il caso dell’Asp di Venzone classificata ancora come Casa albergo. «Questo fatto – spiega la presidente Alda Zamolo – non ci consente di avere alcun tipo di contributo. Noi lavoriamo solo con le nostre rette. L’incremento applicato quest’anno che oscilla tra 0,80 a 2 euro al giorno a seconda delle fasce, si è reso necessario per fronteggiare gli aumenti di luce e gas e altre spese».
Diversa la situazione nelle Asp della provincia di Pordenone. Il rincaro maggiore si mantiene sotto l’euro (0,88) al giorno. Nella Destra Tagliamento si aggiunge l’aumento di 0,50 euro al giorno per i non residenti ospiti dell’Asp di Azzano Decimo. Qui è stata adeguata la retta più bassa.
I rincari sono strettamente legati all’andamento dei bilanci. Alla Quiete, l’Asp con 450 posti letto, il Cda ha applicato un aumento minimo in via prudenziale visto che l’abbattimento dei costi per le spese sanitarie a carico dell’Azienda sanitaria universitaria integrata Santa Maria della Misericordia non può essere stimato correttamente proprio perché risulta commisurato alle effettive spese sostenute e rendicontate l’anno successivo.
Il Cda della Sirch di San Pietro al Natisone, invece, ha elaborato un piano di investimenti che prevede l’acquisto di un nuovo mezzo per il trasporto degli ospiti in parte finanziato dalla Fondazione Friuli, e un piano di formazione obbligatoria in materia di sicurezza.
Analoghe le motivazioni che giustificano l’incremento delle rette all’Aps “Moro” di Codroipo. Qui è stato valutato anche l’incremento dell’aliquota Iva dal 4 al 5 per cento ai contratti stipulati, rinnovati o prorogati dopo il 2015. Il rigore dei conti ha costretto anche il cda dell’Asp “Giovanni Chiaba” di San Giorgio di Nogaro a non mantenere invariate le rette, «in quanto – recita la delibera – ciò creerebbe squilibri fra i costi da sostenere e le risorse disponibili».
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