I genitori di Nadia dopo il suicidio di Mazzega: «Non volevamo vendetta»

DIGNANO. La notizia del suicidio di Francesco Mazzega, i genitori di Nadia l’hanno appresa a Udine mentre, prima della mezzanotte di sabato 30 novembre, avevano appena terminato in piazza Primo Maggio un giro della corsa Telethon dedicata alla figlia.

Senza parole la mamma Antonella. Un «Mi dispiace» detto con un filo di voce, seguito da altri mormorati fra sé e sé. «Che brutta notizia. Non volevamo questo. Non volevamo vendetta. Sto davvero male». Andrea Orlando, il papà, è chiuso nel suo riserbo. I genitori hanno sempre avuto rispetto e fiducia nelle decisioni della magistratura cercando per Nadia non vendetta, ma giustizia attraverso l’applicazione della legge.
Sabato sera, dopo aver appreso la notizia, Antonella e Andrea Orlando hanno deciso subito «in segno di rispetto verso la famiglia» di Mazzega di togliere la foto di Nadia dalle magliette gialle che indossavano le quattro squadre di amici che partecipavano alla corsa di solidarietà. Una corsa che – a loro dire – fino a quel momento si era svolta con serenità.
I genitori sostenuti da una grande forza («Ci aiuta Nadia») e 96 cittadini di Dignano sono stati presenti a rotazione alla corsa dalla mattina di sabato fino alle 16 di ieri. Erano affiancati dall’associazione Andos Onlus di Udine, sostenuti dalla presidente Mariangela Fantini che – a proposito dell’epilogo drammatico del suicidio – ha detto che si è trattato di «una tragedia sopra un’altra tragedia».
COSA C'E' DA SAPERE SULLA VICENDA
«Era un figlio anche lui, sono genitori anche loro. Penso che adesso, purtroppo, capiranno ancora di più il nostro dolore. La notizia ci ha fatto male. Non doveva finire così. Non volevamo che finisse così» dice la mamma di Nadia.
E mentre tante persone si alternano a portare affetto e solidarietà, Andrea Orlando, stanco per aver passato in piedi una trentina di ore per Telethon, non riesce ancora a parlare. Il padre di Nadia ha le lacrime agli occhi e scuote la testa. «Ha fatto tutto lui – afferma il nonno di Nadia, Giovanni Orlando riferendosi a Mazzega – : non vedeva forse via d’uscita. Dispiace per i suoi genitori, non ci sono parole. Quando lo abbiamo saputo eravamo increduli». Conclude con un sospiro, dicendo: «Bisogna rispettare il dolore di tutti».
«Siamo rimasti sorpresi da questa drammatica notizia che aggiunge dolore e sgomento in tutta la comunità dignanese già così duramente provata – dice il vicesindaco del paese, Luigi Toller. Durante il processo di venerdì scorso Mazzega aveva fatto capire che solo togliendo la vita a se stesso avrebbe potuto riparare al male che aveva fatto a tutti, compresa la sua famiglia.
Queste parole avrebbero potuto fare presagire questo epilogo, io pensavo invece fosse una strategia difensiva per giungere a una riduzione della pena. Lui si dimostrava una persona molto sicura, prendeva appunti... Mai avrei pensato una cosa del genere anche perché durante tutta l’udienza il suo atteggiamento non faceva trasparire nulla di grave».
Si conclude così, in un contesto complesso, una triste e tragica vicenda che lascia aperte molte riflessioni.
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