"Ciao Alessandro, ti ricorderemo per sempre", fiori bianchi e commozione al funerale del 24enne morto sul lavoro

OSOPPO. «La tua improvvisa scomparsa, avvenuta mentre eri intento a svolgere il tuo lavoro, sia un monito a tutti quei giovani che non hanno ancora trovato la propria strada, persi tra falsi miti e ambiguità». Osoppo si è stretta interamente alla famiglia di Alessandro Alessandrini, il 24 enne venuto a mancare durante un incidente avvenuto mentre era intento a compiere il suo lavoro nell'azienda Principe di San Daniele.
Tante famiglie, moltissimi giovani si sono trovati nella chiesa di Santa Maria ad Nives per i funerali, e per esprimere la vicinanza alla madre Serena Primus e ai fratelli Katiuscia e Mattia, e anche per ricordare quel giovane giunto dalla Carnia a Osoppo, comunità in cui si era inserito molto bene e dove aveva messo a disposizione la sua buona volontà: «Quando sei arrivato - ha detto durante la cerimonia Elisabetta Zangari, sua insegnante e oggi consigliera comunale - eri ancora un bambino. Eri molto buono ed è stato facile volerti bene. Poi sei cresciuto e sei rimasto sempre una persona disponibile a disposizione degli altri».
La cosa più immediata che la comunità osoppana ha potuto fare in questi giorni, e non solo visti i numerosi amici e conoscenti giunti da fuori per il funeale, è stato esprimere la propria vicinanza alla famiglia di Alessandro, quel giovane che tutti conoscevano per la sua presenza attiva e propositiva in comunità, dalla Pro loco a Friul Adventures. Per tutti è difficile accettare che un giovane possa mancare così, in tenerà età.
In ancora più tenera età lo conobbe don Tarcisio Puntel, parroco di Paluzza dove Alessandro è cresciuto, che ieri ha voluto partecipare alla cerimonia con monsignor Ottavio Zucchetto: «Accogliemmo la tua famiglia - ha detto Puntel - quando arrivò dal Venezuela. Eravamo contenti di vedere bambini nei nostri paesi dove ce ne sono pochi e ci è dispiaciuto quando ci avete lasciati, ma Osoppo è stato la scelta giusta per te e la tua famiglia. Sei diventato un uomo. Non diverrai eterno solo perché tutti ti ricorderanno, ma perché vivrai nel Signore. La morte è una porta che si apre: si lascia la caducità della vita per entrare nell'eternità».
Nella chiusura della cerimonia, don Ottavio ha voluto ascoltare il brano "Questo fiume è in te", proposta da un compagno di lavoro di Alessandro, Devis Brizzi, che non ha potuto partecipare all'ultimo saluto per via problemi di salute che non glielo hanno permesso. Su quelle note, il paese si è stretto ancora una volta al dolore per la perdita di Alessandro prima di accompagnare il feretro in cimitero.
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