Milan acclamato dalla folla anche a Napoli: «Ci riproverò e voglio arrivare fino a Roma»
Il bujese ha parole di elogio per il compaesano de Marchi: «A un certo punto speravo che Ale ce la potesse fare»

NAPOLI. Sotto il podio delle premiazioni, mentre aspetta di andare a prendersi sul palco la maglia ciclamino, da ieri un po’ più sua perché guida con 110 punti allungando sui 99 di Groves ma con Pedersen che risale a 83, tutti lo chiamano. «Jonathan una foto», gridano i tifosi. «Johnny un autografo».
O un selfie. Lui dispensa sorrisi e, onestamente avrà fatto un sacco di fatica, ma pare non vedersi. Sorride. Arriva da noi con la solita inarrivabile cortesia. «Sono soddisfatto – spiega Milan – è andata bene, la squadra ha lavorato forte, credo di aver fatto tutto quello che potevo, sono uscito al momento giusto».
E De Marchi raggiunto a 300 metri dall’arrivo? «Milan si fa d’un tratto più serio. E aggiunge: «Mi dispiace un sacco per lui e Clarke, a un certo punto ho sperato che ce la potessero anche fare e che Ale potesse giocarsi in una volata a due le sue carte. Poi gli siamo piombati addosso, Gaviria è partito lungo e...».
Lo chiamano alla premiazione. Acclamato, spumante a raffica e via alle interviste. Rai, poi la zona mista mentre la gente acclamava uno dei personaggi del Giro. Dallo studio Rai Silvio Martinello, uno che di volate se ne intende, gli fa notare che forse ha sprintato con un rapporto troppo leggero. «Davanti avevo il 55 nella corona davanti – ricostruisce – dietro non so, non avevo l’11, non ricordo quale rapporto ho usato, ma quello sicuramente che ho ritenuto più opportuno in quel momento per la forza che avevo».
Il futuro? «Sicuramente sul Gran Sasso domani (oggi ndr), dovrò stringere i denti, ma sono pronto a farlo perché mi sento molto bene. Voglio riprovarci in altre volate e, soprattutto, voglio arrivare a Roma». E di questi bujesi che fanno faville? «Dopo mio papà Flavio e Marco Zontone che facevano ben figurare Buja negli anni Novanta ora ci siamo io e Ale: avanti così, con grande orgoglio».
Se ne va in bici verso il pullman della squadra. Posa per un paio di foto, sorride ai tifosi (tanti bambini, del resto ha 22 anni ed è il futuro per questi mini-tifosi).
Ecco Vincenzo Nibali, in queste prime tappe ospite fisso al Giro. Senza che gli chiediamo nulla va al punto: «Questo vostro ragazzo friulano ha una forza impressionante. È un campione della pista, ma su strada sta facendo cose grandiose. Spero che la Bahrain non se lo lasci sfuggire». Non resterà. Restano le parole del direttore di corsa Stefano Allocchio, gran sprinter anni ’80: «A chi assomiglia? Cipollini? Bontempi? Io uno così che fa le volate sui pedali con quella potenza non l’ho mai visto». —
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