Pugno duro della società: l’Udinese a Natale va in ritiro

La dirigenza ha deciso di non usare le mezze misure in vista della gara con la Lazio. Gino Pozzo deluso dalla batosta rimediata a Firenze dopo la vittoria con il Napoli

Pietro Oleotto
Lo sguardo nel vuoto del capitano Jesper Karlstrom con Solet a proprio fianco dopo la figuraccia di Firenze FOTO PETRUSSI
Lo sguardo nel vuoto del capitano Jesper Karlstrom con Solet a proprio fianco dopo la figuraccia di Firenze FOTO PETRUSSI

In ritiro nel giorno di Natale, è questa la risposta della società, letteralmente furiosa. Dopo la figuraccia. La mancata reazione. L’atteggiamento ingiustificabile. E anche le dichiarazioni “smozzicate” di Kosta Runjaic in sede di commento a Firenze.

Il dossier era lunedì idealmente sul tavolo di Gino Pozzo. La prima mossa lo “stratega” dell’Udinese l’ha voluta fare subito, inviando nella sala stampa dello stadio Artemio Franchi il group technical director Gianluca Nani per un commento a caldo. Duro e illuminante sulla delusione che si respira nella sala dei bottoni del club bianconero. «Anche in 10 si può vincere, se si è una squadra forte che parla di obiettivi importanti. Non ci sono scuse, noi non ci nascondiamo e siamo qui perché la società è presente», ha dichiarato tra le altre cose dopo il ko rimediato contro i viola, una partita praticamente non disputata dopo l’espulsione di Okoye che ha lasciato la squadra in inferiorità numerica dopo 9 minuti.

Spogliatoio vittima dei personalismi emersi durante la partita al Franchi

Un alibi che l’intero gruppo – con poche eccezioni – ha cavalcato stendendo un tappeto rosso davanti ai giocatori della Fiorentina che hanno letteralmente maramaldeggiato, come dimostra la mano aperta – la “manita” – rivolta da Parisi nei confronti di Bertola al momento della sostituzione.

Una resa che ha fatto passare anche in secondo piano (se non terzo o quarto), l’arbitraggio scadente di Mariani – non è una novità con l’Udinese in campo – che ha ignorato un rigore e sorvolato sul fallo da espulsione di Ranieri nella ripresa. Per la serie “cornuti e mazziati”. Non è giusto, ma quando ti presenti così in campo, sfoderando un atteggiamento remissivo non puoi lamentarti.

La frustrazione dei tifosi dell’Udinese: «Inspiegabile la mancanza di continuità della squadra»
I tifosi dell'Udinese in trasferta a Firenze. Foto Petrussi

Tutti ingredienti che sono finiti nell’amara minestra servita domenica sera, con all’orizzonte le sfide contro Lazio, Como e Torino che sarebbero diventati degli autentici scontri diretti per arrivare ad annusare il profumo di quella Europa che il patron Gianpaolo Pozzo aveva messo sul gradino più alto dei sogni in vista del 130º compleanno dell’Udinese, nel 2026.

Un desiderio espresso dal primo tifoso della Zebretta a nome di un popolo, quello bianconero, che è rimasto davvero scioccato dalla prestazione di uno spogliatoio vittima dei personalismi, emersi anche durante la gara del Franchi, dove più di qualcuno ha pensato, tra urla e sceneggiate al di sopra delle righe, a difendere il proprio orticello invece di pensare al bene della squadra. Ecco perché, restando in tema, la società è passata dalla carota al bastone.

Il dado è tratto. L’Udinese trascorrerà la sera del 25 in ritiro e non a cena in famiglia dopo gli allenamenti programmati per preparare la gara con la Lazio di sabato. 

 

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