Pordenone, 92enne dimessa dalla Rsa nonostante non cammini: «Mia madre trattata come un pacco»
Il figlio della paziente: «Fisioterapia interrotta, ma non sta nemmeno in piedi». Elogiati invece i servizi sociali di Pordenone: «Solerti e professionali»

Giovedì pomeriggio hanno confermato a Giorgio Scanu, di Pordenone, che sua madre, di quasi 92 anni, convalescente da una ventina di giorni nella Rsa di Casa Serena dopo una frattura al femore, oggi sarà dimessa e tornerà a casa. La comunicazione è giunta inaspettata al figlio, al quale invece il personale della Rsa aveva prospettato una proroga della permanenza nella struttura, visto che l’anziana non è ancora in grado di alzarsi da sola dal letto o deambulare nemmeno con il girello e necessita di essere seguita da un fisioterapista.
Scanu ha voluto rendere nota la vicenda tramite il Messaggero Veneto come monito circa la situazione generale della sanità pubblica, al di là del suo caso personale. «Mi hanno chiamato al telefono – racconta Scanu – dalla Rsa per dirmi di aver fatto richiesta di proroga con parere favorevole, ma che la responsabile del servizio, da San Vito al Tagliamento, ha stabilito invece che mia madre è in grado di venire a casa lunedì. Come se fosse un pacco. Mi sono indignato e sono andato all’Urp, ho provato a telefonare alla dirigente, ma non ha risposto al telefono, mi hanno consigliato di scrivere una mail e l’ho spedita, ma anche quella è rimasta senza risposta». Scanu si è recato ai servizi sociali comunali di Pordenone e ne ha elogiato la professionalità e umanità.
«Mi hanno dato i supporti, come la sedia a rotelle, che ho già ritirato, sono stati gentilissimi. Mi hanno già fissato un appuntamento per i primi di settembre, in modo da valutare tutto ciò di cui mia madre potrà avere bisogno. La loro disponibilità, immediata, va segnalata positivamente. Quello che invece come cittadino francamente mi indigna è che una figura dirigenziale abbia stabilito a tavolino che mia mamma deve andare a casa, mentre il personale che la segue tutti i giorni la pensava diversamente. Evidentemente ci sono questioni legate ai conti». Scanu si è domandato a quanti altri sia capitato di trovarsi nella sua stessa situazione.
«La sanità dovrebbe far rima con umanità più che budget, una persona deve avere diritto a essere curata nel miglior modo possibile. Così per mia mamma si interromperà la fisioterapia. La porterò a casa mia per assisterla. Ma penso a chi non ha questa possibilità. A ridosso di Ferragosto trovare una badante non è così semplice. Secondo la mia modesta logica di utente, una persona viene dimessa solo quando è nelle condizioni minime. La mia non è una rivendicazione personale: sono deluso dalla mancanza di umanità. Non mi pare giusto che una persona anziana in una situazione di debolezza venga trattata in questo modo. Penso che un cittadino abbia diritto a qualche attenzione, almeno al confronto, che in questo caso non c’è stato, né al telefono, né via mail».
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