Grande successo per il calendario 2026 del Messaggero Veneto: «È bellissimo»

Nelle edicole della città giovedì era in regalo con il giornale. Atteso e apprezzato dai clienti: «È una tradizione irrinunciabile»

Chiara Dalmasso
È andato letteralmente a ruba il calendario del prossimo anno che il Messaggero Veneto ha regalato giovedì ai suoi lettori racconta storie di mestieri e antiche tradizioni del Friuli Venezia Giulia / fotoservizio petrussi
È andato letteralmente a ruba il calendario del prossimo anno che il Messaggero Veneto ha regalato giovedì ai suoi lettori racconta storie di mestieri e antiche tradizioni del Friuli Venezia Giulia / fotoservizio petrussi

Sembra una rosa, ma è il cuore di un radicchio rosso, tra le mani sporche di terra di un contadino: la copertina del calendario del 2026 che il Messaggero Veneto giovedì regalava ai suoi lettori racconta storie di mestieri e antiche tradizioni del Friuli Venezia Giulia. Dodici mesi, dodici fotografie collegate a un luogo e a un’attività che lo caratterizza: dalla scuola di mosaicisti di Spilimbergo agli scarpets della Carnia, passando per la cucitura di reti da pesca a Grado, per i coltelli di Maniago, la viticoltura e l’industria, diffuse su tutto il territorio regionale.

«Avremmo avuto bisogno di più copie, è andato a ruba» commenta Nicoletta Michellacci, edicolante di viale Palmanova. «Ci sono persone che lo aspettano e lo chiedono dall’inizio di dicembre – aggiunge – sono i lettori affezionati del Messaggero che giovedì mattina quasi facevano la coda per averne una copia».

A meno di 30 anni, Alessandro Visintini preferisce ancora usare i calendari cartacei: «Ho portato il giornale a mia nonna e visto il calendario del Messaggero, è bellissimo – dice – e anche il formato, così piccolo, è perfetto perché non occupa troppo spazio».

C’è qualcuno che, invece, preferirebbe un calendario più grande, con maggiore spazio per annotare gli appuntamenti: «Secondo me – dice Sergio Costantini, in fila all’edicola di viale Trieste – negli anni scorsi era migliore, perché qui lo spazio per scrivere è poco». Pure l’edicolante concorda: «Ne vendevamo più copie quando era più grande». Giovedì dice di aver venduto lo stesso numero di giornali di sempre: «Il maltempo ha influito, gli anziani non escono con la pioggia». Maurizio Simonetti lamenta invece l’estrema sinteticità delle didascalie: «Le foto sono meravigliose, ma avrei voluto sapere qualcosa di più sul luogo e i soggetti che rappresentano».

In porta Aquileia, Dario Avella confida che «non tutti i clienti hanno voluto prendere il calendario, ma in molti invece sono venuti apposta». Almeno una decina di copie di giornale in più le ha vendute l’edicola di via Gorghi, con il titolare Adriano Pittuello che definisce la scelta del tema «originale e azzeccata». A pochi metri di distanza, Fausto Cosatto, dall’edicola di piazza Venerio, apprezza la fattura del calendario, per quanto «le dimensioni non lo rendano molto funzionale».

Un’iniziativa «utile a far conoscere antichi mestieri e tradizioni ai più giovani» secondo il titolare e i clienti dell’edicola di piazza XX Settembre. «Per me anche il formato è perfetto – dice Marina Marini – perché di solito lo piazzo in studio». Sono quasi le 13 quando la signora Mirella si affaccia ad acquistare il giornale: «Le foto dei mestieri, oltre a essere bellissime, sono un monito per ricordare e onorare chi si dà da fare per risollevare le sorti dell’economia. Un regalo davvero prezioso». 

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