«I suoni e i luoghi del Friuli che ispirarono Pier Paolo»

UDINE. Un viaggio a ritroso nel tempo, nei luoghi e nei suoni che segnarono l’immaginario giovanile pasoliniano: scorci casarsesi, le sonorità della lingua friulana che tanto lo affascinavano e quel...
Di Piero Tallandini ; Di Piero Tallandini

UDINE. Un viaggio a ritroso nel tempo, nei luoghi e nei suoni che segnarono l’immaginario giovanile pasoliniano: scorci casarsesi, le sonorità della lingua friulana che tanto lo affascinavano e quel contesto umano di civiltà contadina che contribuirono a plasmare la poetica dell’autore scomparso tragicamente 39 anni fa. É un ritorno al passato ma con lo sguardo rivolto al futuro quello di Guido Mazzon, cugino di Pasolini e già autore di diverse pubblicazioni dedicate al genio casarsese. Mazzon sta scrivendo un nuovo libro, intitolato “Viaggio a Casarsa” assieme alla trentenne bresciana Federica Caggioli «per arrivare a far emergere le radici autentiche della poetica di Pier Paolo – spiega –, ovvero il suo Friuli e Casarsa in particolare. Sperando di arrivare a toccare anche il cuore dei giovani, i ventenni, i trentenni di oggi che da quanto ho potuto constatare sono affascinati dal personaggio Pasolini, visto come un pensatore libero, anticonformista e genuinamente umano. Il Pasolini senza parrocchie nè padroni, contro tutti ma con quel suo approccio socratico, volto a stimolare, mai privo di affetto. Questo libro sarà un itinerario nella memoria, tra i luoghi e i suoni che hanno affascinato Pier Paolo, facendo sbocciare in lui l’ispirazione che lo ha sorretto fino all’ultimo». «Casarsa e il Friuli sono la fonte della sua poesia – continua Mazzon – e posso dirlo avendo condiviso il medesimo contesto: le stesse estati a Casarsa, lo stesso mondo di civiltà contadina nella cui semplice quotidianità lui scorgeva un valore profondo. Nel libro avranno dunque un ruolo fondamentale le immagini dei luoghi pasoliniani cercando di capire cosa resta di quella civiltà contadina con cui Pier Paolo percepiva un legame autentico. La prima parte delinea una sorta di mappa di quei luoghi della Destra Tagliamento, di cui lui stesso parla nel romanzo “Il sogno di una cosa”. Un percorso in cui metteremo a confronto le emozioni del Pasolini fanciullo con quelle del Pier Paolo adulto. In primo piano ci sarà poi la parlata del Friuli pasoliniano. Pier Paolo era straordinariamente affascinato da certe sonorità a cominciare da “rosada” (rugiada) che notoriamente contribuì ad accendere in lui l’ispirazione poetica». Il nuovo libro rappresenta un ulteriore contributo di Mazzon a tenere viva la memoria dell’illustre cugino. Un impegno che si affianca alla battaglia a livello giudiziario che proprio Mazzon sta portando avanti e che ha permesso di riaprire il caso: «Speriamo di poter arrivare finalmente a conoscere la verità sul delitto ma intanto – puntualizza – è ancor più importante continuare a parlare di Pier Paolo da vivo, del suo pensiero, delle sue straordinarie opere»

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