Un paese multietnico nel cuore dell’Europa recita le fatiche di Sisifo

«Dimenticate Omero, Camus e Enzensberger! La storia di Sisifo ha ora una nuova versione», che sarà messa in scena unicamente a Dordolla, «paese multietnico nel cuore dell’Europa». Così recita la...
«Dimenticate Omero, Camus e Enzensberger! La storia di Sisifo ha ora una nuova versione», che sarà messa in scena unicamente a Dordolla, «paese multietnico nel cuore dell’Europa». Così recita la presentazione dell’evento “Sisifo e Naranama” (alla pagina Facebook Amici di Dordolla) che sabato e domenica si terrà nel paesino abbarbicato sulla sinistra orografica della Val Aupa, sopra Moggio Udinese. L’unica piazza del paese come anfiteatro, i campi coltivati, le case, le crete e il cielo come scenografia. Protagonista della storia il mortale figlio di Eolo della mitologia greca, costretto per l’eternità a spingere un masso con fatica immane verso la cima di una montagna, per vederlo rotolare di nuovo a valle e ricominciare: «Vanno eliminati i despota, i boia, gli dei, i capi fascisti, la polizia, i governatori, gli autocrati, i progettisti di autostrade, Autolico (un gran ladrone), le spie, gli agenti, i traditori, i collaboratori, i dignitari e ogni altra feccia».


Da una settimana a Dordolla fervono i preparativi del Centro Culturale dell'Università di Klagenfurt, Unikum, che ha ideato e preparato il progetto, un’opera lirica in sei lingue (friulano, tedesco, italiano, sloveno, greco e inglese) cui prendono parte quaranta attori, professionisti e non, che assieme a musicisti, cantanti e maestranze hanno comportato il coinvolgimento attivo di quasi cento persone con un investimento economico interamente sostenuto dal centro austriaco. Senza contare la partecipazione fattiva di tutti gli abitanti di Dordolla. Cori che risuonano, martelli che battono, insolite presenze tra i prati e le strette case. «È indescrivibile - così Lavinia Della Schiava, titolare dell’unico bar-ristorante del paese e suo centro culturale - stiamo vivendo un’esperienza fantastica. E tutti stanno collaborando alla buona riuscita. Il paese ha ripreso vita con tanti giovani e bambini».


Questi ultimi sono una buona parte degli attori della singolare messinscena. Non poteva essere che così dato che uno dei messaggi che l’opera vuole trasferire è un omaggio alla montagna che resiste. Proprio come Dordolla, che ha colpito da qualche anno il cuore del team di Unikum, da sempre alla ricerca di luoghi alpini di confine “dimenticati”. Perché a Dordolla da qualche anno il carinziano Kaspar Nickles ha messo su un agriturismo e una famiglia con tre figli. A Dordolla hanno scelto di andare a vivere alcuni cittadini appassionati di alpinismo e una coppia di inglesi, lui, Christopher Thomson, regista, lei scrittrice, autrice di un libro sulle api. A Dordolla c’è un’associazione culturale viva, La Cort dai Gjats. A Dordolla i campi sono coltivati e si vedono gli animali pascolare. E ci si dà tutti una mano, perché stare a Dordolla è una “fatica di Sisifo”. Ma è anche tanto bello.


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