«Suonai il campanello della sua casa toscana e lui mi offrì il tè»

La pioggia non li ha fermati, uniti sotto il nome di Sting. Un popolo coraggioso, accomunato dalla passione per il cantante britannico. Hanno sfidato il maltempo. E hanno vinto, armati di...
La pioggia non li ha fermati, uniti sotto il nome di Sting. Un popolo coraggioso, accomunato dalla passione per il cantante britannico. Hanno sfidato il maltempo. E hanno vinto, armati di impermeabili, ombrelli e canzoni del cuore. «Siamo state le prime ad arrivare, stavamo prendendo il sole prima del diluvio». Incappucciate e un po’ infreddolite, in testa alla fila c’erano Aurora Valente e Caterina Bustamante, fan di Sting da quando hanno conosciuto la musica: «Mi ha fatto innamorare il suo timbro di voce – ha confessato proprio Aurora – qualcosa di unico». Poco più in là, a contendersi la palma di miglior ammiratore, un’intera famiglia. «Mamma e papà ci facevano ascoltare Sting fin da piccoli – Ashanii Collavini ha fatto da portavoce – per noi figli è il primo concerto, mentre per loro è già il quinto». E se l’affetto verso i propri idoli si può misurare attraverso i – bagnati – sacrifici, allo stesso modo anche la fedeltà nel tempo può condurre agli stessi risultati. Ne fanno da esempio, al caldo di un bar poco lontano, due fan placcati. Il primo, Pierfrancesco Gattello da Verona, 64 anni e seguace dal 1978, ha portato con sé un ricordo di Sting davvero singolare: «Associo le sue canzoni agli amori delle estati lignanesi: le ballavo di notte, a letto con le mie ragazze». Vicino a lui Alberto Quartero, piemontese che tra tanti ricordi ha scelto la storia di un incontro: «Sono stato a casa di Sting in Toscana, ho suonato il campanello e sono finito a prendere il tè con lui». A completare il quadretto Nelly Pasqualini, emozionata: «Ormai non riesco più a contare tutti i concerti che ho visto, porto nel cuore quello a Londra». Per riabbracciare il loro idolo in Friuli hanno dovuto aspettare sedici anni, ma per tutti n’è valsa la pena. Soprattutto per chi ha vissuto la propria prima volta, con un significato tutto particolare. «La passione per Sting me l’ha trasmessa il papà mettendo i suoi cd durante i viaggi in macchina. E oggi sono io che l’ho portato qui con me». Francesca Pertile, 19 anni di Portogruaro, era in debito col padre per il dono musicale e ha deciso di ripagarlo regalandogli questo concerto: «Quando gliel’ho detto – ha aggiunto alla fine – non ha trattenuto la lacrimuccia». Simile anche la vicenda di Palmira Palù e Giovanni Vendramini, coppia sotto il nome di Sting che devo ringraziare per questo primo concerto una figlia davvero generosa: «Un regalo bellissimo». Ma è anche la coppia a vivere nelle canzoni della star, come nel caso di Franca Paqualini e il marito da Udine: una passione nata con
Every Breath You Take
e quell’ultimo concerto a Udine: «Siamo ancora entusiasti come ragazzini». Con la fila ormai formata, le parole hanno lasciato man mano il posto alle emozioni, con l’ultima voce di Orietta Barbana: «È un grande uomo, sia come cantante che per l’impegno sociale. Mi aspetto un grande show».


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