Steve Ferrone: «Ecco cosa suonerò con i Dire Straits»

TRIESTE. Dopo il successo del tour 2013, che ha registrato ovunque il sold out, i Dire Straits Legends tornano a suonare in Italia con otto date. Partenza da Bari, l'11 maggio, per arrivare a Trieste il 26 dello stesso mese: concerto conclusivo al Politeama Rossetti. La concept band britannica, formatasi nel 1977, esibisce in formazione molti componenti del gruppo originario. Vede schierati John Illsley (basso), Phil Palmer (chitarre e musical director) e il percussionista Danny Cummings – quest’ultimi presenti nell’On Every Street Tour ’91-’92 – e il sassofonista Mel Collins, coprotagonista dei concerti targati Dire Straits dall’83. Due sono gli italiani, il cantante e chitarrista Marco Caviglia e il tastierista Primiano Di Biase. Unico grande assente Mark Knopfler, attualmente in tour negli States. A catalizzare l’interesse sul tour anche il batterista Steve Ferrone, musicista fra i più quotati al mondo.
«In concerto ascolterete il rock limpido di Romeo and Juliet, Sultans of Swing, Money for Nothing, Tunnel of Love, Walk of Life e anche brani meno conosciuti come When it cames to You, You and Your Friend, On Every Street, dal primo disco Wild West End», spiega Ferrone, raggiunto telefonicamente a Londra. Inglese d'origine e statunitense d'adozione, Ferrone ha al suo attivo collaborazioni con artisti come Eric Clapton, George Benson, Whitney Houston, Marcus Miller e Paul Simon, gli italiani Pino Daniele, Eros Ramazzotti, Laura Pausini, e formazioni come Bee Gees e Duran Duran. «Il mio non è uno stile in particolare, ma un mish-mash frutto di esperienze diverse – dice il musicista –, un sound che vuole farti sentire bene, più musica del cuore che del cervello». Certo le influenze musicali del batterista sono leggendarie: Ringo Starr, Charlie Watts, Tony Meehan degli Shadows, Bernard Purdy, Elvin Jones, Max Roach, e Art Blakey, «più – afferma – una famiglia di artisti: la nonna pianista e il padre danzatore». Identica la passione, sia che suoni allo stadio sia che si esibisca in teatro: «Ma il teatro lo amo particolarmente, per la dimensione intima e unica che si crea tra pubblico e band, pubblico che sarò felice di incontrare dopo il concerto, al meet & greed».
Fabiana Dallavalle
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