Spilimbergo ospita una mostra sugli abiti della principessa Sissi

Dolores Patrizio ha confezionato tutti i 42 vestiti esposti. Da trentacinque anni la signora di Maniago rende onore a una donna di rango

SPILIMBERGO. Si racconta che quando nel 1917 l’esercito austroungarico sfondò a Caporetto, in molti paesi del basso Friuli i contadini si riversarono nelle piazze ad applaudire il ritorno dell’esercito di Francesco Giuseppe, imperatore di cui per molti anni a Giassico, frazione di Cormons, si è festeggiata il 18 agosto la data di nascita.

Questa contiguità culturale spiega, in parte, perché dopo pochi giorni dall’inaugurazione, palazzo Taddea a Spilimbergo è invaso da tanti turisti in visita alla mostra nella quale sono esposti quarantadue vestiti della famosa Elisabetta di Baviera, la nota Sissi, personaggio storico di straordinario fascino al quale il cinema aggiunse tratti simpatici mediati dalla bellezza dell’attrice Romy Schneider in una famosa serie di film.

Gli abiti di suggestiva eleganza e ricchezza sono stati creati dalla passione candida e allegra di Dolores Patrizio, sarta di Maniago che da 35 anni in modo infaticabile e con perseveranza ammirevole rende onore ad una donna di rango.

«Sono stata affascinata da Sissi dopo la visita ad una mostra nel castello di Miramare: la figura, il portamento hanno fatto nascere in me il desiderio di conservarne la memoria. Lei imperatrice, io sartina catturata dal suo fascino».

Nel grande salone appaiono i vestiti del matrimonio, i vestiti da passeggio, quelli da cavallerizza, quelli di cerimonia.

Una donna straordinaria Sissi (pare che sia stato Cecco Beppe a deformarne il diminutivo Lisi in Sisi: il raddoppio della consonante una scelta del marketing dei film).Duchessa del Friuli e contessa di Gradisca e di Gorizia, Sissi era una ragazzina turbolenta e incolta che incontrato il futuro sposo, cugino di primo grado (la madre Ludovica e Sofia, madre del sovrano, erano sorelle) lo incantò con la sua bellezza.

Alta 1,72, flessuosa come un giunco, pesava solo 50 chilogrammi, il giro di vita 48 centimetri, con uno spirito indipendente e poco assuefatto alla rigidità “spagnola” delle formalità di corte, entrò in contrasto con la zia-suocera.

Nata la notte di Natale del 1837, a diciassette anni si sposa. Ebbe quattro figli. Tragica la vicenda del figlio Rodolfo che morì, si disse, suicida a Mayerling insieme all’amante Maria Vetsera.

Più verosimile il racconto di chi sostiene che fu ucciso dai servizi segreti, per la vita disordinata che conduceva e che il padre non tollerava. Sissi iniziò a girare il mondo: Spagna, Francia, Grecia. Fu anche a Venezia, ma gli italiani la ignorarono. Nel 1873 lo scià di Persia ne rimase folgorato. Il cognato Ludovico diceva «Sissi è di una bellezza accecante».

Aveva, come usa oggi, una cura ossessiva del corpo: mangiava pochissimo, nuotava (niente notizie sui costumi da bagno?) cavalcava, lunghe camminate anche di 30 chilometri. Lavava i capelli con una mistura di uova e cognac, si avvolgeva di notte i fianchi in panni bagnati, copriva il viso con carne cruda e fragole, il bagno in olio di oliva. Tre ore ogni giorno per farle indossare i vestiti.

Nella mostra tutto viene evocato con vivacità ed eleganza, «Il famoso vestito delle stelle con il quale la ritrasse il pittore Franz Winterhalter mi è costato grande fatica - racconta Dolores Patrizio - un lavoro di molti mesi,così come gli altri. In uno ho cucito undicimila perline ed ho comprato sete, cotoni, broccati nelle aziende di Como, 350 metri di merletti per il vestito di fidanzamento e per il sottogonna».

Di fronte a tanta passione Mario Antonini, principe consorte, verrebbe da dire, coltellinaio di Maniago, guarda con tenerezza la moglie.

«A me tocca confezionare ombrellini. Certo è un hobby dispendioso, ma non siamo mai andati in paesi esotici. Prestiamo i vestiti a chi ce li chiede».

Sissi fu uccisa a Ginevra nel 1898 da Luigi Lucheni, anarchico italiano, che le piantò una lima nel cuore. Aveva avuto brutti presentimenti. La vita non le interessava più. I vestiti esposti sono l’involucro fastoso di una donna ammirevole. In sottofondo i valzer di Strauss ricordano il ballo scandaloso nel quale per la prima volta nella storia l’uomo tocca e conduce sempre la stessa dama».

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