Alla scoperta dei misteri di famiglia: cineprese nel Tarvisiano

Concluse le riprese del film “Washed and Buried” di Martin Turk: la storia di una donna che ritorna da Milano in Friuli e ritrova le proprie radici

Laura Pigani
Un momento delle riprese del film nel Tarvisiano
Un momento delle riprese del film nel Tarvisiano

Nadja si è rifatta una vita a Milano, lasciandosi alle spalle il passato. Ma quando questo torna a bussare alla sua porta la donna, avvocata divorzista quarantenne, è costretta a farci i conti, tornando in Friuli, nella natia Cave del Predil, per andare al capezzale dell’amata nonna.

Si sono concluse le riprese di “Washed and Buried”, il nuovo film sceneggiato da Fabrizio Bozzetti insieme al regista triestino Martin Turk, girate per lo più nel Tarvisiano – oltre a Cave, anche a Fusine, Valbruna, Coccau, Tarvisio – e pure a Trieste, Nova Gorica e Gorizia.

Una scena del film Washed and Buried” del regista triestino Martin Turk
Una scena del film Washed and Buried” del regista triestino Martin Turk

Un film drammatico che fa leva sui sentimenti e che riporta alla luce antichi riti e tradizioni locali, accompagnando la protagonista (interpretata da Lara Komar, attrice triestina con cittadinanza slovena nota per i suoi ruoli in “Il ragazzo invisibile” e “Il paradiso delle signore”) nella ricerca delle proprie radici identitarie e familiari.

«Il progetto è nato dall’imbattersi del regista (che appartiene alla comunità slovena di Trieste, dove è nato e cresciuto) in un rito particolare – spiega Bozzetti, milanese ormai da tempo trasferitosi a Udine –, praticato fino a una settantina di anni fa dalla minoranza slovena della Val Canale. Abbiamo iniziato a lavorarci nel 2016, ma si è concretizzato soltanto nell’ultimo anno».

Per sei settimane la troupe è stata in Friuli Venezia Giulia, impegnata nelle riprese che si sono spinte fin sul fondo della miniera di Cave e hanno riguardato pure la sfilata dei Krampus, lo scorso 6 dicembre.

Da sinistra, Martin Turk e Fabrizio Bozzetti sul set (foto Željko Stevanić)
Da sinistra, Martin Turk e Fabrizio Bozzetti sul set (foto Željko Stevanić)

Nel cast, tra gli altri, ci sono anche Paolo Fagiolo, la triestina Zita Fusco e il regista udinese Lorenzo Bianchini (ha diretto, tra gli altri, il film “L’angelo dei muri”).

La storia è ambientata soprattutto in Val Canale. Nadja, infatti, è originaria di Cave del Predil – anche se nessuno del suo ambiente milanese lo sa –, non distante dal confine con la Slovenia.

Non ci torna da vent’anni, ma sua nonna, in fin di vita, la chiama strappandole un ultimo desiderio: seppellirla secondo l’antico rito praticato dalla minoranza slovena.

Nadja scopre solo dopo la sua morte che è un’usanza illegale e inquietante, che la obbligherà a confrontarsi con vicende familiari che da sempre la tormentano, spingendola a ricercare la verità sul suo passato e su se stessa.

«Nadja – racconta lo sceneggiatore Fabrizio Bozzetti – è costretta a tornare al proprio paese natio per esaudire l’enigmatico ultimo desiderio che la nonna, ormai arrivata alla fine dei suoi giorni, le confida. La nipote si ritroverà così di fronte a luoghi e incontri dimenticati da tempo, nonché segreti familiari che sfideranno la sua percezione del passato e metteranno in crisi la sua stessa identità».

“Washed and Buried”, che ha ottenuto finanziamenti europei grazie a Eurimages, è una produzione Bela Film, Incipit Film, Cobra Chicks Production, Senca Studio, realizzato con il supporto di Slovenski filmski center / Slovenian Film Centre, Rtv Slovenija, Fvg Filmcommission, Fondo audiovisivo del Friuli Venezia Giulia, Fvg Turismo, Hrvatski audiovizualni centar (Havc).

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