Sbilf, Maruf e Aganis: una passeggiata nel magico mondo della Carnia
Il lavoro di Raffaella Cargnelutti raccoglie 50 storie. La presentazione venerdì alla Libreria Tarantola di Udine

Raffaella Cargnelutti, scrittrice oltre che storica e critica d’arte tolmezzina, ritorna a al mondo fiabesco della Carnia, alle storie e ai personaggi che popolano l’immaginario di questa terra aspra, ricca di fascino e di diversità, caratterizzata da molteplici ambiti culturali e naturali per molti versi ancora incontaminati. E che scoprire fa un gran bene al cuore.
E lo fa con La pulce e altre storie della Carnia da poco in libreria per la collana I ciclamini dell’editrice Santi Quaranta, arricchendo con altre storie inframezzate di filastrocche in particolare con l’aggiunta dell’interessante realtà germanofona di Sappada e dei suoi particolari usi e costumi, quel Fiabe e leggende della Carnia di una decina di anni fa che tanto successo ha avuto arrivando a ben tre edizioni.
Sono una cinquantina le storie quelle che Cargnelutti inanella secondo una sorta di viaggio nella geografia e nei luoghi, mitici e non, della Carnia. Un itinerario che parte da Tolmezzo, con la storia della pulce del titolo che casca in un paiolo bollente e muore e con lei come in una sorta di funerale collettivo si muove, stravolgendola, la realtà intorno: dalla catena che fa un gran fracasso, cui risponde la panca che si mette saltare e poi la porta che si scardina, e la fontana che non da più acqua, la massaia che butta all’aria i suoi secchi, il carro che va all’incontrario, ii pini del bosco che si mettono a testa in giù e chi vuole può continuare il gioco per piangere la pulce annegata.
E sempre a Tolmezzo è legata la storia di Martino capitato dopo tanto girovagare proprio a Tolmezzo dove trova lavoro e sostegno presso una famigliola povera del luogo che gli insegna a cena come raffreddare la minestra: mettendo del pane secco.
E dove si prodiga a fare del bene al punto che diventerà, una volta fatto Santo, protettore della città con il Duomo a lui dedicato. Si arriva a Cercivento con l’Omenut di Marsins, uno sbilf che suona magnificamente la fisarmonica anche se non si fa vedere, e poi lis Aganis, temutissime creature d’acqua, come i Kinops, strane figure dei boschi tra Cercivento e Zovello. Si passa da Paluzza da dove parte Bepo il kramar malato di nostalgia. In Val Pesarina troviamo i Maruf, spiritelli impertinenti, ma anche i Salvans, i Pagans e ancora le Aganas e la Rugjeia, signora dei temporali. A Comeglians c’è la gatta stregata e lì vicino, a Povolaro il Plan Das strias ritrovo di tutte le streghe della valle. Più su a Rigolato al Buso Das Aganos e le sagome pietrificate. A Preone c’è poi un uomo talmente povero da possedere solo un chicco di grano, che però gli permetterà di diventare ricco, ma anche molto indisponente con gli altri tanto che la sorte gli si rovescerà fino a farlo cadere in una profonda buca d’acqua.
E che dire del dispettoso Massaroul di Tintai? O della leggenda della biscia della mela d’oro di Forni di Sotto? Mentre a Forni di Sopra si narrano le avventure del piccolo fornaio Marcellino che sfida i briganti nascosti in una busa, una grotta dove tengono i loro tesori. E come Hammelin anche la Carnia ha avuto il suo pifferaio magico, nella Val Pontabia infestata da serpi e serpenti, in un villaggio che non c’è più …
E che dire della Medassa, l’orchessa che spaventava quei di Ligosullo o dei Mazzarots che sul far della sera scendevano a Treppo Carnico a far razzia di uomini e animali? E del castello sparito di Duron, tra Paularo e Ligosullo? La storia del monte roccioso che invoca la presenza almeno di un fiore a fargli compagnia ispira poi il compositore pontebbano Arturo Zardini per il suo celebre e bellissimo Stelutis Alpinis. A Priola, vicino a Sutrio si narra della contessa Priola, figli di ricchi nobili veneziani costretta a vivere isolata in un maniero tra i monti della valle del But, perché innamorata di un giovane povero e di lui incinta, che neanche dopo morta può raggiungere il figlioletto e il moroso morti pure loro. Saranno due ragazzine del luogo che, sentita la sua storia, pregeranno per la povera contessa ricevendo in dono un bel gruzzolo di soldi. Ancora un paese scomparso, Chiaseraulis nella Val d’Incarojo la cui vita serena venne travolta dalle continue liti dei suoi abitanti, i pagans. Le fiabe poi si aggrumano attorno ad Ampezzo e alla sua storia, a quella di Sauris nel cuore della Val Lumiei con i Buoni e i Cattivi del Pura e le anime in pena di Casera Razzo, per concludersi in quel di Sappada, con la leggenda della sua fondazione, con i primi abitanti originari del Tirolo, di cui mantennero e mantengono la parlata, le tradizioni e anche lo Sshroatn, “lo spiritello domestico che vive dove le travi si intrecciano.” E ancora la leggenda dei Monti Pallidi, così chiamate le Dolomiti, e della Fata Peralba, la bellissima fata che sciolse i suoi capelli da cui sgorgò il Piave. Storie leggende, fiabe, aneddoti e anche qualche notizia storica, che la scrittura, sempre cristallina senza fronzoli o compiacimentio stilistici, limpida e immediata di Cargnelutti, rende vive e di gradevolissima lettura. E ti fa tornar bambino, con mente e cuore aperti, disponibili alla gioia della scoperta, alla tenerezza dell’incanto.
Raffaella Cargnelutti in dialogo con Antonella Sbuelz presenterà il suo libro venerdì 14 luglio alle 18 alla Libreria Tarantola di Udine.
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