Ritorno alle origini e nostalgia nella poesia di Silvia Piacentini



Poesie che raffigurano nostalgie, con tranquilla e umile sincerità. Parole che evocano ambienti familiari, immagini che appartengono al sogno, ricordi di oggetti della memoria e una vecchia casa dei nonni eletta a luogo della memoria.

Si potrebbe definire poesia di risorgiva, quella di Silvia Piacentini, autrice della raccolta “Nelle parole la mia vita”, nata a fine gennaio 2021, tanto i versi sono nutriti di silenzi, nebbie, acque che affiorano all’improvviso portando in superficie ricordi di un piccolo mondo antico. Un Priorato, che diventa l’altrove, immerso nelle terre del Varmo, ricco di pioppi, acacie e ciliegi in cui l’eco della parlata di una larga famiglia tradizionale, con zii, nonne, parenti che condividono piccole gioie e grandi dolori, partenze e ritorni dalla guerra, sofferenze di madri tenere è restituito anche e soprattutto attraverso il richiamo a un paesaggio mutevole pur nella solidità degli affetti e dei sentimenti. Il friulano «per l’autrice diventa lingua mondo ancor prima che una lingua madre». Una raccolta che nasce dopo un paziente lavoro di riordino del proprio materiale poetico incoraggiata dal riconoscimento ricevuto con il premio Tacita Muta per le lingue minoritarie nel 2020. Dopo gli Scritti (2016), la seconda raccolta di poesie inedite, esce con il patrocinio del Comune di Varmo, dell’Associazione dei Sardi di Roma Il Gremio e del Fogolâr Furlan di Roma.

La stampa è, per conto di Silvia stessa, curata da Luca Iesse, per In Press, Gorizia. Silvia Piacentini, medico, classe 1936 scrive in italiano e friulano. La pubblicazione raccoglie i capitoli “L’idioma perduto, la voce ritrovata”, 23 liriche in friulano con traduzione e “Con le parole strette tra le mani”, 8 poesie in italiano in cui si nota una diversità di immagini, quasi due differenti modi di pensare, uno per la marilenghe e l’altro per l’italiano, lingua consegnatale dai genitori. E se le immagini evocate dal mondo dell’infanzia hanno bisogno dei suoni della memoria, nelle liriche in italiano la sperimentazione si spinge fino alla prosa poetata. Non manca una finestra sui ricordi d’infanzia più divertenti. L’autrice attinge al mondo fiabesco nei 5 brevi racconti raccolti nel terzo capitolo, “La fiaba della memoria”, in cui emerge la dimensione della narrazione intorno al fogolar con tanto di banditi, pistoleri, zie, vecchietti bizzarri, botteghe e fuochi fatui. —



Riproduzione riservata © Messaggero Veneto