Le radici comuni di Pizzica e Furlana: itinerari culturali dal Salento ad Aquileia

Con il concerto dell’Orchestra popolare in Friuli Venezia Giulia prende il via il progetto di ricerca delle due Fondazioni

Gabriele Pellizzari*
Lo spettacolo proposto attraverso il concerto dell’orchestra popolare de La notte della Taranta
Lo spettacolo proposto attraverso il concerto dell’orchestra popolare de La notte della Taranta

L’Orchestra popolare de La Notte della Taranta offrirà ad Aquileia un concerto con il quale prendono avvio i lavori del Progetto “Dal Salento ad Aquileia”, nato e sostenuto dall’accordo tra la Regione Puglia e la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, unitamente alla “Fondazione La Notte della Taranta” e alla “Fondazione Aquileia”.

L’appuntamento è per sabato 18 ottobre, alle 18.30, con un evento di straordinario valore, artistico e ideale.

Alle radici di un Protocollo d’intesa, fortemente voluto dall’Assessore al Bilancio della Regione Puglia, Fabiano Amati, sta «l’incontro … con l’opera di Gilberto Pressacco e le sue indagini sulla notte della Chiesa di Aquileia e i terapeuti.

Risultato? Una grande sorpresa, un’ipotesi con tanti indizi da valere una prova: la pizzica e la furlana potrebbero essere strettamente legate, almeno nelle origini»; da qui «l’idea di mettere assieme Puglia e Friuli, fecondata con un finanziamento del Consiglio regionale e un patto sottoscritto attorno alla meraviglia del pavimento musivo della Basilica patriarcale di Aquileia».

Una regione lontana, la Puglia, sta insomma facendo in modo che succeda ciò che per troppo tempo è parso inverosimile: con il suo peso politico e la sua determinazione, essa, infatti, si è fatta carico di sostenere e animare la ripresa di quelle ricerche che don Gilberto Pressacco, purtroppo, troppo presto, dovette interrompere, essendo costretto da una morte prematura ad affidarle a chi, dopo di lui, avesse voluto e potuto proseguirle.

E – va detto – questa non è l’unica iniziativa che la Regione Puglia ha sostenuto economicamente per rilanciare quegli studi: il Consiglio regionale pugliese, infatti, ha già finanziato un triennio di ricerca, stanziando 240.000 euro per riprendere queste ricerche, sostenendo il progetto “Da Alessandria ad Aquileia” che, pure, sta procedendo nei suoi lavori, riprendendo gli studi sulle origini del cristianesimo aquileiese.

Ma, al di là delle risorse messe a disposizione, c’è un passaggio di ciò che l’assessore Amati annota nel suo comunicato stampa per dare notizia del concerto di sabato sera: «La Puglia si presenta all’appuntamento con la Fondazione La Notte della Taranta, la sua storia, la sua esperienza e quel pizzico di glamour conquistato negli anni e oggi rinnovato dalla gestione di Massimo Bray e dei suoi collaboratori.

È il massimo degli ingredienti che potevamo mettere – non ne disponiamo di più – e li abbiamo messi». Mi ha molto colpito leggere il desiderio e il proposito di presentarsi all’appuntamento con queste ricerche «con il massimo degli ingredienti che potevamo mettere»: mi ha stupito perché, per troppo tempo, provando a difendere con Remo Cacitti l’importanza di questi studi, ho visto persone lottare, eroicamente, per tenere viva la fiaccola di questi studi nella speranza di ricevere, prima o poi, briciole di supporto, non certo quel «massimo degli ingredienti» che oggi, ad Aquileia, la Puglia offrirà al Friuli.

Ebbene, mi piace pensare che sabato sera, accanto alla Basilica di Aquileia, quel concerto potrà essere anche, di fatto, la celebrazione – finalmente pubblica e manifesta – dell’impegno, degli studi e della vita di Guglielmo Biasutti, di Gilberto Pressacco, di Renato Iacumin e di Remo Cacitti. Già, perché sono stati proprio loro a capire e a insegnare che quel simile danzare estatico non è solo prossimità di note e movimenti, ma è anche lo splendido scrigno che ha conservato nei secoli le tracce di una storia comune, vestigia del passato, certo, ma anche radice di identità nel presente e, perciò, possibile fondamento per immaginare futuri nuovi, ancora tutti da pensare e da progettare. 

*Professore Associato

Dipartimento di Studi Letterari, Filologici e Linguistici all’Università degli studi di Milano La Statale

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