Lo “sguardo sul mondo” di Craxi: un libro per una rilettura politica

Al ridotto del Verdi di Pordenone la presentazione del volume appena edito Oggi alle 18.30 la figlia Stefania dialogherà con i direttori Monestier e Papetti

Oggi, alle 18.30, nella sala del ridotto del teatro Verdi, a Pordenone, sarà presentato il libro su Bettino Craxi “Uno sguardo sul mondo”, edito da Mondadori a cura della Fondazione intitolata allo storico leader del Psi e presidente del Consiglio. Nell’occasione Stefania Craxi dialogherà con i direttori del Messaggero Veneto Omar Monestier e del Gazzettino, Roberto Papetti. Introdurranno l’incontro Franco Dal Mas e l’assessore regionale alla Cultura, Tiziana Gibelli.

Maria Bruna Pustetto

Spetterà ai Millenials, a quanti avranno perso memoria del tintinnio di manette nell’epopea di Mani Pulite, delle monetine rabbiosamente lanciate all’ingresso dell’hotel Raphael, riabilitare moralmente, politicamente e culturalmente Bettino Craxi, uno dei personaggi più lucidi e controversi della seconda metà del Novecento. Saranno loro, con la mente libera dai corpuscoli che hanno impedito per decenni ai loro predecessori di leggere nelle anse della personalità politica e del pensiero dello statista, a studiare la summa delle sue opere, gli appunti, le memorie, le minuziose riflessioni che puntigliosamente la figlia Stefania sta archiviando per la Fondazione Craxi che ha recentemente dato alle stampe, per i tipi di Mondadori, il libro “Bettino Craxi Uno sguardo sul mondo, Appunti e scritti di politica estera”, curato da Viviana Meschesi e Valeria Moroni. Non è probabilmente casuale il rosso della sovraccoperta, così vicino a quello del garofano che l’allora leader del Partito Socialista Italiano aveva voluto come nuovo simbolo facendo definitivamente tramontare l’ambiguo sol dell’avvenire e via via sparire l’ingombrante falce e martello. Quel fiore svettante, nel bene e nel male, ha segnato un’epoca essenziale nella storia del nostro Paese, quella delle riforme definite, ma non realizzate appieno, della posa della prima pietra di quel grande progetto che avrebbero dovuto essere gli stati uniti d’Europa, dei gemiti di quell’indecifrabile, per allora, processo di globalizzazione. Bettino Craxi, sulla scena politica dal 1960 e con responsabilità nazionali dal 1968 quando per la prima volta fu mandato al Parlamento, ha rivoluzionato almeno tre decenni della storia politica nazionale sia in ruoli di primaria importanza (presidente del Consiglio nel 1983 e nel 1987) sia dal suo ultimo drammatico periodo tunisino che ce lo riconsegna nelle vesti dell’ultimo grande esiliato politico della recente storia italiana. Se e quale ingiustizia abbia percorso gli ultimi anni della sua vita sarà un tema sul quale varrà la pena riflettere ancora per poter mettere definitivamente a fuoco un periodo ancora urticante di cui i residui protagonisti non vogliono o non possono fare chiarezza.

Quello che possiamo fare ora è assaporare il piacere della lettura di ragionamenti mai mediocri, di sprazzi di luce sulle sorti della politica internazionale che ancora oggi tardano a essere capiti e identificati, di visioni anticipatorie che, col senno di poi, lasciano interdetti. Bettino Craxi ha posato lo sguardo sul mondo dall’altezza che la posizione privilegiata gli aveva assegnato o dal periscopio a cui è stato costretto per prudenza o per necessità. In entrambi i casi ha visto ombre che sarebbe diventate fenomeni di massa, percepito vibrazioni che solamente chi è dotato di visione sa che sono propedeutiche a grandi fenomeni potenzialmente destabilizzanti. Globalizzazione, immigrazione, ruolo del mondo arabo, necessità di avviare processi di pace in aree che solo ora si rivelano sensibili, la povertà dei paesi in via di sviluppo, l’estrema instabilità del Mediterraneo sono solamente alcuni dei temi sui quali Bettino Craxi ha riflettuto ed ha annotato fornendo soluzioni e analisi talvolta immaginifiche per il tempo e oggi di rovente attualità. Lo sguardo sul mondo che ci restituisce e attualizza questo libro è quello di un visionario realistico, ossimoro che pochi selezionati leader del mondo possono attribuirsi. —



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