Margherita dei ribelli: la libertà contro l’ipocrisia, tra storia, erboristeria e rivoluzione

Il nuovo romanzo di Fabrizio Bozzetti ridà voce a una figura femminile dimenticata: tra conventi, eretici e scelte radicali, la protagonista sfida il potere della Chiesa e sceglie se stessa

Laura Pigani

Le regole imposte dalla sua nobile casata le vanno strette. Così come la vita nel convento in cui è stata “sistemata” dal fratello. Allora Margherita ne sceglie un’altra, la sua. Più vera e passionale, più naturale e non corrotta, decisamente più nelle sue corde. Anche se questo significa unirsi a fra Dolcino e a scontrarsi con la corruzione della Chiesa. “Margherita dei ribelli”, terzo libro di narrativa firmato dallo scrittore e sceneggiatore Fabrizio Bozzetti, milanese residente in Friuli, non è soltanto un romanzo storico. È un’opera intrisa di tanti generi che giocano tra di loro: c’è il romanzo di formazione, che accompagna la crescita della giovane, quello d’amore, che sviluppa la sua storia con Dolcino, e non manca una sfumatura epica, con forti rimandi religiosi e politici dell’epoca che già il sottotitolo “Sorella, eretica, rivoluzionaria” lascia presagire.

Edito da Derive Approdi, 416 pagine, il romanzo sarà presentato dall’autore oggi, alle 17.30, alla libreria Friuli di Udine, nell’ambito del festival vicino/lontano. Poi il 23 maggio, alle 17.30, ci sarà un incontro alla biblioteca Joppi condotto da Martina Delpiccolo per “Aspettando la notte dei lettori” e il 30 maggio, tra le 18 e le 19, arriverà a Gorizia al festival èStoria. «Una cornice prestigiosa – sottolinea l’autore – visto lo scavo sulle fonti che stanno alla base del racconto».

Siamo nel Medioevo, agli inizi del Trecento, esattamente nel 1303, e Margherita si trova in un convento incastonato alle pendici dei mondi sopra Trento. È una Boninsegna ed è lì perché ha rifiutato il pretendente che il fratello, alla morte del padre, le aveva scelto. Ma da quell’edificio austero riesce a scappare, seguendo quella che diverrà la sua prima maestra, Francesca, da cui apprenderà i rimedi e le cure dell’erboristeria. Da lì inizia il suo cammino, che sceglierà di percorrere al fianco di fra Dolcino da Novara, l’eretico più temuto dalla Chiesa di allora, e degli altri suoi seguaci. Da lì inizia pure la sua crescita, da fanciulla a donna consapevole delle sue scelte, aderenti semplicemente a se stessa e non imposte da altri. Né dal fratello né tantomeno da una Chiesa che si dimostra sempre più corrotta e corruttibile, che predica e non mette in pratica e che si serve dell’Inquisizione per tenere tutti sotto il suo giogo. A differenza di quanto invece accade nella piccola e rivoluzionaria comunità di Dolcino, fondata sull’uguaglianza, anche tra uomo e donna, sul libero amore e sulla libertà di pensiero. «Il coraggio e la forza di Margherita mi hanno conquistato – indica Bozzetti –, credo sia un personaggio il cui esempio è ancora potente e suggestivo per i suoi coetanei di oggi e la cui storia merita di essere tolta dall’oblio e tramandata alle generazioni successive». Un romanzo ambientato nel Medioevo ma che riesce tuttavia a essere attuale e coinvolgente. 

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