L’arte di Toso si svela alla Filologica

La Cjanive de Filologjiche, lo spazio espositivo di Palazzo Mantica, sede della Società Filologica Friulana in via Manin 18, a Udine, ospita fino al 6 febbraio la mostra “Omaggio a Nando Toso”, che espone gli arazzi ispirati al pittore friulano realizzati dalle corsiste dell’Università delle LiberEtà del Friuli Venezia Giulia, presieduta da Giuseppina Raso, nell’ambito del progetto didattico “Tiessi”, curato da Carmen Romeo.
«La scelta di agganciarsi a Toso per tradurre la sua pittura attraverso un medium così diverso come quello tessile - spiega Romeo - è stata estremamente naturale. Le forme schematiche in alcuni suoi dipinti e certi effetti cromatici così netti sembrano fatti apposta per essere parafrasati dal telaio in una narrazione artistica nella quale i diversi linguaggi raccontano la medesima storia».
In occasione della mostra viene offerta una serie di conferenze, che si terranno nel salone d’onore di Palazzo Mantica: si parte giovedì 21 alle 16 con “Le trame del colore”, a cura di Marco Toso, figlio dell’artista, che presenterà la figura del padre dal punto di vista umano e artistico, illustrando il luogo dove l’artista nacque a Udine - il 13 marzo 1921 - gli studi all’Istituto Tecnico Commerciale per Geometri, l’esperienza di alpino, i primi quadri e mostre, i drammatici anni 1940-1945.
Verrà ricordato il primo quadro importante, “La bottega del barbiere” (1941), e l’inedita e mai più ricomposta triade di artisti d’avanguardia che espose in via Poscolle nel 1943: Toso, D’Olivo, Valle.
Si parlerà dei viaggi forzati nei treni della deportazione e di come poi Nando - per dichiarata volontà - non si sia mai più mosso da un irremovibile restare, quasi letteralmente, “a casa sua”: da dove ha visto o ricordato colline, monti, fiumi friulani e veneti, ma anche oggetti familiari, bottiglie, brocche, fiori, reperti preistorici, geologici, sassi, pietre lavorate, forme affettive ferme nella storia dei valori terreni.
Il secondo appuntamento sarà martedì 26 gennaio, sempre alle 16, con “L’evoluzione dell’arte dell’arazzo, dalle origini all’epoca contemporanea”. Carmen Romeo, ex-docente di Progettazione Arte del Tessuto-Moda e Costume al Liceo Sello di Udine e ricercatrice nell’ambito del tessile storico, descriverà la nascita e l’evoluzione di questa arte poco conosciuta al grande pubblico ed espressione di una cultura prettamente occidentale. Nati dalle mani di grandi artefici del Medioevo, gli arazzi sono il frutto della collaborazione fra l’artista che crea il disegno, definito “cartone”, e il tessitore.
Saranno illustrati i bellissimi arazzi gotici delle manifatture nord europee, come la serie dell’“Apocalisse di Angers” (1375-1377) e quelli tessuti nel 1400 ad Arras, Tournai e Bruxelles. Ai nostri giorni gli artisti che si esprimono attraverso il medium tessile (materiali e tecniche) generalmente non impiegano più solamente le tecniche tradizionali e si collocano nell’ambito più vasto ed internazionale della fiberart.
L’ultima conferenza, martedì 2 febbraio, sarà con Antonella Pizzolongo dell’Associazione “Noi... dell’arte” di Gorizia su Arte tessile contemporanea in Friuli Venezia Giulia. La mostra è visitabile dal lunedì al venerdì dalle 15 alle 19 e sabato dalle 10 alle 12.30 e dalle 15 alle 19.
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