L’altra anima di Pasolini nei quadri dipinti in Friuli: restaurate 19 opere realizzata dal poeta

Saranno esposte in una pinacoteca che nascerà nel Centro studi di Casarsa

Una importante raccolta di opere pittoriche porta alla luce uno dei tanti straordinari talenti di Pasolini. Si tratta di 19 quadri che comprendono disegni a china e a tecnica mista e dipinti a tempera e a olio eseguiti soprattutto durante gli anni giovanili. Fanno parte dell’importante patrimonio del Centro studi Pasolini di Casarsa, dove a breve saranno esposti in modo permanente nella sala dell’Academiuta di lenga furlana, dopo l’accurato intervento di pulizia e restauro effettuato da uno studio friulano e grazie al prezioso sostegno della Fondazione Friuli.

Le opere saranno esposte insieme a una scelta di quadri degli artisti friulani legati al poeta e scrittore come Giuseppe Zigaina, Federico De Rocco, Virgilio Tramontin, Anzil e Renzo Tubaro.

Di particolare interesse, fra le opere stesse, sono i due grandi cartoni dipinti sui due versi - “Giovani con strumenti musicali”, “Pantera e Due giovani” - rintracciati fortunosamente nell’atelier dell’amico pittore sanvitese Federico De Rocco. Una delicata operazione che si è svolta fra il 2019 e l’anno in corso, ottenuto il parere e sotto la supervisione della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio-Fvg.

Pasolini amò la pittura e fu allievo del celebre critico d’arte Roberto Longhi, suo professore all’università di Bologna. A questa forma d’arte si ispirò per le scenografie dei suoi film dedicandosi negli anni giovanili e poi durante gli anni della maturità. I primi consapevoli esperimenti pittorici sono disegni a inchiostro, bozzetti di figure che ritraggono la vita quotidiana della gioventù, una realtà familiare, tenera, idillica. «Per molti anni –scriveva lo scrittore e cugino Nico Naldini nel 1991 introducendo il catalogo di una mostra di disegni e dipinti di Pasolini allestita a Vienna – anche se in modo saltuario, Pasolini è stato attratto dall’idea di diventare pittore, unendo magari strettamente l’attività pittorica a quella poetica. Cominciò a dipingere a Casarsa nell’estate del 1941: quadri dipinti a olio e con l’acquaragia secondo le antiche ricette della pittura impressionista che si ispiravano al mondo friulano. Come un vero vedutista usciva di casa con il cavalletto e la cassetta dei colori legati alla canna della bicicletta e si inoltrava nei campi che circondano il paese».

Altri tentativi risentono, secondo i critici, dell’influenza dei paesaggi alla De Pisis, o dell’ammirazione per alcune opere di Bonnard. L’interesse di Pasolini nei confronti delle arti figurative si sviluppò nel tempo su diversi piani - attraverso la scrittura, la pittura o il cinema - modi espressivi destinati a convergere e ad alimentarsi a vicenda nella sua vita.

Per concludere, tra le novità in arrivo al Centro studi, che pur nel difficile periodo legato all’emergenza sanitaria non ha cessato la sua attività, il nuovo sito online completamente rinnovato che permette di accedere al ricco patrimonio documentale e bibliografico. Il prezioso Fondo Angela Molteni è stato risistemato sotto la voce “Pagine corsare” e al momento è disponibile il primo capitolo dedicato alla vita del poeta.

È stata infine creata una sezione dedicata alla Scuola Pasolini/Summer School e chi desidera conoscere i luoghi pasoliniani troverà arricchito l’itinerario con la disponibilità del volume “Storia di una casa. Pier Paolo Pasolini a Casarsa”, curato da Angela Felice. —


 

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