Nino D’Angelo in concerto a Lignano: «Così ho fatto ballare l’Italia dagli anni ’80 a oggi»

All’Arena Alpe Adria il “ragazzo della Curva B” celebra una carriera lunga quasi cinquant’anni tra hit indimenticabili, teatro, cinema e un docufilm firmato dal figlio Toni

È il momento di Nino D’Angelo. Il “ragazzo della curva B” celebra oltre 40 anni di carriera con una grande festa anni ’80, attraverso i brani entrati nel cuore di più generazioni come “A’Discoteca”, inno nelle discoteche italiane negli anni ’80, “Popcorn e Patatine”, pezzo che ha accompagnato l’omonimo film e racconta la bellezza di un amore spensierato, “Maledetto Treno” un brano toccante e tante altre hit, senza dimenticare “Napoli”, recentemente diventato ufficialmente l’inno della squadra azzurra.

E lo farà oggi, all’Arena Alpe Adria a Lignano, alle 21 dove l’artista farà rivivere l’energia e le emozioni di quegli anni ripercorrendo i suoi più grandi successi.

Scugnizzo, caschetto biondo, attore nei musicarelli ma anche a teatro e in diverse pellicole: la carriera di Nino D’Angelo è stata segnata da una vasta produzione artistica e dalla sua versatilità come cantante, attore e musicista. Sei partecipazioni al Festival di Sanremo, un David di Donatello, un Ciak d’Oro, un Nastro d’Argento e un Globo d’oro per le musiche del film musical “Tano da morire” di Roberta Torre, co-conduttore del DopoFestival nel 1998, direttore artistico del Teatro Trianon Viviani di Napoli e un concerto al Teatro Real San Carlo per omaggiare Sergio Bruni. Sono alcuni dei momenti salienti di una carriera iniziata nel 1976 e che lo ha reso uno degli artisti più amati da pubblico e critica.

D’Angelo è anche al centro del ritratto che gli ha dedicato il figlio Toni, regista: alla Mostra del Cinema di Venezia (e dal 20 novembre nella sale) sarà presentato il documentario “Nino. 18 giorni”, un racconto che scava nel cuore e nella memoria di un artista capace di attraversare generi, palcoscenici e generazioni, restituito attraverso lo sguardo intimo e personale del figlio Toni, ospite due anni fa del festival Lignano Noir dove ha presentato il film poliziesco Calibro 9. Nel documentario lo incalza con le domande.

Chi era suo padre negli anni ‘80? Com’è arrivato al successo? E perché, una volta raggiunto, quando Toni era piccolo, hanno dovuto abbandonare la città che aveva reso celebre suo padre? Toni lo segue in giro per l’Italia, lo riporta nei luoghi della sua infanzia: San Pietro a Patierno, il quartiere di Napoli in cui è cresciuto, e Casoria, paese alle porte di Napoli dove è diventato uomo, cantante e padre. Il pretesto per questo viaggio sono i 18 giorni in cui Nino era a Palermo: quando Toni nacque, Nino era lì, impegnato con la prima sceneggiata che lo rese noto. Un successo inaspettato, che ritardò di 18 giorni la conoscenza fra padre e figlio.

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