L’affettuoso abbraccio di Udine al maestro: «Celiberti è l’orgoglio della nostra città»

UDINE. Un omaggio che ha fatto felice il festeggiato, attorniato da un abbraccio grande e forte di chi anche ieri a Casa Cavazzini ha voluto esserci. I 90 anni di un maestro, di un artista come Giorgio Celiberti non potevano passare inosservati, tanto che molte persone sono dovute rimanere fuori dal museo perché la capienza della sala dove era stato organizzato l’incontro era già arrivata al massimo.
Al tavolo dove si sono seduti i relatori, esperti d’arte e amici di Celiberti, c’era anche lui che, con lo sguardo curioso e limpido che lo contraddistingue ha osservato e riconosciuto tutti nella sala.
A fare gli onori di casa è stato l’assessore comunale Fabrizio Cigolot, che ha ricordato con orgoglio il ruolo di uno come il maestro in città: «Tiene alto il nome di Udine, non solo con la sua arte, ma soprattutto con i suoi valori veri, che lo legano alla comunità. Si tratta di un uomo dalla generosità estrema e con una forza d’animo vitale che è esempio per tutti».
«Se non a Casa Cavazzini, dove si poteva organizzare un omaggio a Giorgio Celiberti?», si è chiesta il conservatore Vania Gransinigh. «Il suo percorso si intreccia con tanti quadri che sono qui, di Vedova, di Tancredi, con i quali ha condiviso momenti della sua vita. Il museo conserva testimonianze che ripercorrono il suo percorso artistico».
Prima che il professore Alessio Alessandrini ripercorresse tutta la lunga carriera del grande maestro, Alessandro Del Puppo, docente dell’Università di Udine, ha parlato di lui in triplice veste, raccontando come abbia voluto omaggiare l’ateneo di una sua opera, ma scegliendo il posto dove collocarla: in biblioteca (oggi aula studio) a palazzo Antonini, «dove gli studenti possano vederla ogni giorno».
«E poi c’è un ricordo personale – ha aggiunto – di un’opera che ha donato a mia moglie Caterina e che abbiamo deciso di appendere non in casa per pochi, ma nel ballatoio del condominio per tutti. E nessuno si è opposto. Su quel quadro c'è una dedica: “Con gli auguri più belli”, ecco sono quegli auguri che oggi giriamo a lui».
«A Celiberti tutti noi vogliamo bene – ha detto Alessandrini –, e senza di lui saremo tutti più poveri. La sua storie è senza pause e l’augurio è che l’energia che esprime sia con noi per i prossimi 90 anni».
Il professore, quindi, ha iniziato il percorso con una foto di Celiberti a 2 anni, continuando con le parole del compagno di scuola Sgorlon e con la formazione artistica a Venezia. E quindi quella Biennale storica del 1948 e la svolta artistica del 1965 con la visita a Terezin, la sua passione per le steli, e i suoi animali. E poi gli aspetti più quotidiani, come il biliardo e l’Udinese, senza dimenticare i muri e i gioielli, che molte signore in prima fila sfoggiavano con orgoglio. Tutto sotto lo sguardo defilato, ma attento del figlio Massimo nel ricordo di mamma Ina.
L’intervento più poetico lo scritto di Licio Damiani, che lo ha descritto come un novantenne «dalla freschezza di un ragazzo, con slanci ed entusiasmo, amore per l’umanità e le cose. L’arte per lui è aria da respirare per esistere». —
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