La metamorfosi di un artista per il centenario di Zigaina

Si apre venerdì 3 maggio la mostra alla Stamperia Albicocco a Udine: saranno esposte 20 acqueforti e acquetinte

Francesca Agostinelli
Una delle opere di Zigaina esposte alla Stamperia d’arte Albicocco
Una delle opere di Zigaina esposte alla Stamperia d’arte Albicocco

UDINE. Sarà per la città di Udine una giornata di festa quella venerdì 3 maggio, perché si apre vicino/lontano, il festival che con questa edizione compie i suoi vent’anni. E anche perché il 2024 è l’anno del centenario Zigaina che la Regione celebra insieme al Comune di Cervignano attraverso una serie di appuntamenti che giungono ora a Udine, con una mostra sull’opera incisa del grande maestro.

Ed è una mostra nella stamperia d’arte Albicocco a ricordare che il centenario di Zigaina coincide con i 50 anni di lavoro di Corrado Albicocco, lo stampatore che nei primissimi anni settanta arrivava da Urbino per insegnare all’Istituto d’Arte di Udine e di lì a poco apriva con l’amico urbinate Federico Santini la storica Stamperia A/S che in breve tempo riuscì a contendere i grandi maestri alle stamperie internazionali.

Ma sarà anche una giornata di impegno perché la mostra affronta il tema della metamorfosi cui l’edizione di vicino/lontano è dedicata. Così di metamorfosi parlano le acqueforti e acquetinte alle pareti della Stamperia d’arte Albicocco e lo fanno in modo duro, attraverso 20 pezzi che indicano in questo argomento la capacità di Zigaina di elaborare ed esprimere i più profondi temi umani, acutamente analizzati in rapporto alla storia, al territorio, alla memoria.

L’artista ci guida a paesaggi osservati e analizzati come anatomie, come corpi cioè indagati nel profondo di cui prendono sembiante; ci porta in uno sprofondare dove osserviamo le conseguenze orribili delle guerre quali permanenza nel territorio del nostro quotidiano. Ci indica cieli bassi, dove farfalle della notte depongono uova pronte a schiudersi sui campi di battaglia e sul monumentale sacrario di Redipuglia, presente e ossessivo nel suo monito contro la guerra.

Nell’attraversamento dei grandi temi di Zigaina, nell’anatomia di immagini dove l’acquaforte è condotta nell’esattezza tecnica pressochè assoluta, si chiude la mostra nell’omaggio al Picasso di Guernica, che contro ogni violenza e barbarie grida la sua volontà di pace.

In questo percorso e in questa chiusura sta tutta l’attualità e la forza dell’artista in una accezione del principio metamorfico che si lega alla vita, al suo ciclo, indicando all’umanità il dovere del pensiero vigile e contrario alla violenza, alla sopraffazione e alla privazione di libertà.

Nel laboratorio dello stampatore corre anche un’altra narrazione che sta nel farsi dell’opera e nell’incontro tra lastra e foglio, tra il mondo artistico dell’incisore e i saperi alchemici dello stampatore che consentono al mondo buio e misterioso della lastra la metamorfosi che porta all’opera d’arte.

Se Zigaina “sprofonda nell’immagine”, come egli stesso scriveva nel dire la sua esperienza con l’ opera incisa, la riemersione richiede la mano dello stampatore che molto nel tempo ha lavorato in collaborazione con i più grandi artisti nella trepidazione, al torchio, del risultato finale che si offre misterioso e rovesciato, come in uno specchio.

E tra i grandi maestri, in questa mostra Corrado ricorda il suo maestro, quello- dice- che varcando la soglia della stamperia ha cambiato il corso del suo lavoro.

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