La cultura italiana e il Friuli piangono Cesare De Michelis «un editore illuminato»

Il ricordo tracciato dallo scrittore Errante Parrino sul presidente della Marsilio «Sergio Maldini ha vinto il Campiello grazie al suo grande intuito»
Foto Agenzia Candussi/ Scattolin/ Mestre, centro culturale Santa Maria delle Grazie/Presentazione del libro "Il riformismo a Venezia e in Italia" - nella foto Cesare de Michelis
Foto Agenzia Candussi/ Scattolin/ Mestre, centro culturale Santa Maria delle Grazie/Presentazione del libro "Il riformismo a Venezia e in Italia" - nella foto Cesare de Michelis

SALVATORE ERRANTE PARRINO

«Pubblico con De Michelis, mi dirai che si tratta di una piccola casa editrice veneziana, ma meglio loro che non la Mondadori o l’Einaudi». Così parlava Sergio Maldini in attesa di uscire col suo romanzo “La casa a Nord-Est”.

Aveva di sua mano già confezionato artigianalmente e con poca destrezza, un prototipo del libro. Voleva mostrarci il quadro di Vermeer da lui scelto per la copertina. Non avrebbe accettato altre immagini e neppure operazioni di editing. Per festeggiare, cosa davvero rara, aveva cucinato una pastasciutta condita coi sotto aceti ma ogni tanto riguardava quel libro sbertucciato del quale si sentiva fiero: «Lo vedete voi per primi, nessuno sinora lo ha mai visto. A De Michelis è piaciuto. Lo conoscete De Michelis? Dopo tutto siete veneziani…».

In effetti ci eravamo conosciuti sulle tavole del Teatro Universitario di Ca’ Foscari, quanto scrivevo spettacoli cabarettistici. Allora un giovanissimo Renato Brunetta scattava foto di scena e il pittore Alberto Gianquinto era il mio scenografo. Questa era la Venezia di allora ancora pervasa di umori sessantottini e della quale De Michelis faceva parte.

Quella sera a Maldini pronosticai: «Vedrai che vinci il premio Campiello, ne sono sicuro! ». Era troppo, Maldini rifiutava di crederci, ma in una sua puntata a Venezia si presentò con Cesare De Michelis, alle porte del mio negozio, a due passi dall’Harry’s Bar, in calle Vallaresso. Mi chiesero di poter esporre una pila di libri, una decina di Case a Nord-Est, accanto alle camicie, De Michelis se ne ordinò una da sera molto apprezzata da sua moglie che era una Bassetti.

Pubblicità artigianale ma efficace. La sera del Campiello mi trovavo a Santa Marizza, polenta e costicine nel cortile dei Casarsa. Arrivato il momento della premiazione, dal televisore del tinello apparve il volto dello scrittore. Maldini aveva vinto! Elegante e stralunato, nel cortile di Palazzo Ducale, i capelli stravolti, reggeva il premio accanto al suo amico Giovanni Spadolini. Seguirono i festeggiamenti nel canevon di quella casa ormai già entrata nella letteratura, un evento che era stato continuamente rimandato e che ormai rischiava di svolgersi al freddo. C’erano signore eleganti col cappottino sulle spalle ma un De Michelis con la giacca aperta che consumava una sigaretta dopo l’altra e scherzava con tutti.

Elio Bartolini aveva assistito nella sala consiliare del Municipio di Varmo alla prima presentazione della Casa a Nord-Est che secondo lui aveva tradito l’animo della regione: mancava il Friuli cattolico: Maldini aveva descritto un Friuli alto borghese e nobiliare nel quale si parlava di pavoncelle giunte dagli Urali e di cameriere con movenze da servette goldoniane.

Veniva da pensare che l’unico ad aver capito davvero il romanzo fosse l’editore convinto di lasciare a uno scrittore la libertà di inventare una storia senza cadere nei luoghi comuni. Del resto Jane Austen, in Orgoglio e pregiudizio, concentrata la sua sottile analisi dei rapporti tra borghesia e nobiltà, deliberatamente ignorava l’epopea napoleonica di quegli anni. Non le interessava, come Maldini agiva su un altro segmento della società. Questo lo aveva compreso soltanto De Michelis, era la novità che gli aveva fatto intuire come La casa a Nord Est avrebbe potuto agguantare la vittoria.

Se ne parla ancora, nel piccolo borgo friulano, anche se i protagonisti se ne sono andati: Maldini per primo, al mattino di un lontano giorno d’estate, poi Bartolini in un giorno di primavera e ora Cesare De Michelis a chiudere una temperie culturale di grande spessore. –



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