Il Friuli può toccare la Luna con un dito FOTO

La Nasa espone a Udine la navicella con altri gioielli della missione Apollo e frammenti di suolo del satellite della Terra

UDINE. Toccare la luna con un dito. Letteralmente. E poi guardare da vicino la sonda russa che ha scatenato la corsa alla conquista dello spazio e quindi la nascita della Nasa. A Gateway to space c’è anche il satellite che ha orbitato intorno marte, inviando per primo le immagini del pianeta rosso.

Ma la mostra che oggi alle 11 apre al quartiere fieristico di Udine è un tripudio di primati perché segna anche il debutto assoluto in Europa di strumenti e tecnologie del grande viaggio dell’uomo alla conquista della Luna.

Ventitré container da 40 piedi hanno portato in città i preziosi materiali provenienti direttamente dall’United States Space & Rocket Center della Nasa. Oltre 100 pezzi, per una collezione dal valore inestimabile che comprende memorabilia, riproduzioni di missili, stazioni spaziali, abbigliamento, accessori e particelle di meteoriti. Ma soprattutto la luna.

Fiore all’occhiello della mostra sono i due esemplari di pietra lunare esposti, pezzi del valore inestimabile parte dei soli 382 chilogrammi di roccia recuperati nel corso delle sei missioni Apollo. Si stima infatti che questi reperti, recuperati dall’astronauta Dave Scott membro dell’Apollo 15, abbiano un’età di circa 4 miliardi di anni, più vecchi del 99,9 % di tutte le rocce che compongono la terra.

Insomma, Gateway to space (visitabile fino al 31 luglio dal venerdì alla domenica, dalle 11 alle 19. Il biglietto inter costa 13 euro, 7 il ridotto per bambini fino a 12 anni) è un excursus completo che racconta il viaggio dell’uomo nello spazio, a partire dalle prime immaginarie visioni di Jules Verne, che scrisse il libro “Dalla Terra alla Luna” nel 1865 (in mostra anche la prima edizione), passando per figure di fondamentale importanza nello sviluppo concreto di questo sogno, come Wernher von Braun, scienziato e ingegnere tedesco naturalizzato statunitense, ritenuto il capostipite del programma spaziale americano.

Il viaggio prosegue con una sezione dedicata alla “space fever”, da parte americana e da parte sovietica, dove sono approfonditi anche i diversi approcci delle due superpotenze di allora. Ma è il cuore della mostra a custodire la navicella spaziale Sojuz e la stazione spaziale Mir, di sponda sovietica.

E ancora, elementi della International space station, con il laboratorio Destiny (che il pubblico potrà attraversare) e la fedele riproduzione del razzo lunare Saturn V, il più potente mai costruito dagli Stati Uniti, usato per lanciare la conquista alla Luna.

Un’esperienza unica che si potrà godere a pieno anche attraverso i quattro diversi tipi di simulatori. Il visitatore potrà pilotare un caccia F18 e cimentarsi una battaglia aerea, con Land the shuttle potrà far atterrare una navicella, con il Multi axis trainer (Mat) potrà provare il disorientamento che si prova durante un vorticoso rientro nell’atmosfera terrestre e infine, con il Five degrees of freedom, vivrà l’esperienza del volo in una capsula lunare, in assenza di gravità.

Attraverso gli oggetti della collezione si potranno conoscere e approfondire inoltre le dinamiche della vita nello. spazio. Sarà infatti presente anche una tuta spaziale originale (82 chilogrammi di peso, che corrispondono a 14 sulla luna) e una lunga serie di oggetti che caratterizzavano la vita sullo spazio, tra cui l’alimentazione degli astronauti, la cura dell’igiene personale e i passatempo.

Oggetti usati per la prima volta in quegli anni e che sono poi diventati un motore propulsore dello sviluppo tecnologico e sociale di tutta l’umanità.

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