Il dizionario dei ragazzi: settanta parole per capire il mondo dei giovani

Un’opera collettiva a cui hanno preso parte oltre 800 allievi delle medie dagli 11 ai 14 anni. La raccolta, che può essere già scaricata online, sarà illustrata in un incontro durante il festival

Renzo Manzocco

Oltre ottocento ragazzi, il loro sguardo sul mondo attraverso settanta parole, le più le più urgenti e significative per chi ha oggi dagli 11 ai 14 anni.

A Pordenonelegge arriva il Piccolo dizionario (immaginario) delle ragazze e dei ragazzi, un atlante affettivo della generazione Alpha, una raccolta che permette di descrivere il mondo di chi sta entrando nell’adolescenza, immaginando il suo futuro.

Un’opera collettiva alla quale hanno preso parte gli studenti delle scuole secondarie di primo grado di Pordenone e del territorio.

Il progetto è coordinato dalla curatrice Valentina Gasparet e dal direttore artistico Gian Mario Villalta, con l’apporto del linguista Giuseppe Antonelli. Un modo per conoscere meglio i giovani, imparando a leggere con i loro occhi le parole che usano e che frequentano con maggiore familiarità.

C’è la A di amicizia, che recita: «un puzzle composto da pochi pezzi che si incastrano in maniera assurda, un mantello pazzesco con i superpoteri che ti protegge (…)». E c’è la A di amore in cui si spiega: «ne sentiamo parlare, ci affascina, ma non lo capiamo al 100%».

E ancora la A di altalena, anche “allegorica” perché rappresenta l’avventura del nostro esistere, e la A di ansia: «una preoccupazione che arriva nel momento in cui si fa o si deve fare qualcosa che ci spaventa o preoccupa come una verifica o una competizione sportiva».

Di lettera in lettera, di parola in parola, si arriva fino alla V di viaggio, sviscerato in tutte le sue sfumature. Ma c’è anche la M di metaverso, così raccontato: «permette di conoscere persone, elaborare degli esperimenti prima di attuarli nella realtà, ci si può immergere in viaggi e comprendere idee. Il metaverso offre infinite possibilità: è realtà surreale».

E ci sono la F di futuro e di fiducia, la G di guerra, la N di noia, la S di sogno e di sguardi.

Un modo per entrare nel sentire degli adolescenti: basta leggere la definizione di “telefono” per entrare empaticamente nella loro lunghezza d’onda, visto che «il telefono per alcuni diventa qualcosa verso cui si può provare affetto: il telefono è un amico virtuale, che ci permette di fare molte cose, di tenerci impegnati».

«In questa raccolta di parole i ragazzi e le ragazze ci raccontano moltissimo di loro e del loro mondo – spiega Valentina Gasparet, che ha curato e coordinato il progetto insieme a Gian Mario Villalta – Ci dicono, per esempio, che per innamorarsi “dovrebbero servire 200 grammi di batticuore, 150 grammi di se non ci sei ti penso, un pizzico di pazzia, una manciata di paure”. Oppure che “l’esclusione può portare le persone a chiudersi o a isolarsi. Una persona esclusa può sentirsi inferiore agli altri perché l’esclusione può portare qualcuno a pensare di valere di meno degli altri”.

E ci parlano di “estate”, di “futuro”, ma anche di “giudizio” o di “guerra”. Vogliono creare “ponti”, e raccogliere “ricordi” e non rinunciare ai “sogni”».

«Attraverso le voci antiche di un dizionario (immaginario, appunto) – continua Gasparet – i ragazzi e le ragazze ci fanno sentire la loro voce più fresca, più libera, forse anche quella più segreta. Straordinario e prezioso è stato per noi accompagnarli in questo viaggio speciale nelle parole, che è solo appena cominciato.

Ecco che allora frontiera diventa la soglia dell’ignoto, dell’avventura e del pericolo; e se siamo tanto coraggiosi da affrontarla, essa si può trasformare in un traguardo ambizioso, che a sua volta ci apre al viaggio della vita adulta, impegnativo e - speriamo - entusiasmante».

Il Piccolo dizionario (immaginario) delle ragazze e dei ragazzi, scaricabile gratuitamente dal sito pordenonelegge.it, sarà presentato alla festa dei libri sullo squillo della campanella che riporterà in classe le ragazze e i ragazzi, venerdì 15 settembre, alle 9.30 in piazza della Motta.

Giuseppe Antonelli, che ha dato il suo contributo nella fase propedeutica, ritornerà a pordenonelegge per ascoltare la lettura di alcune voci e commentarle insieme alle classi che le hanno proposte: l’occasione per approfondire un’opera collettiva che ha offerto a chi lo ha scritto - e offrirà a chi lo legge - una buona occasione di confronto con la lingua italiana. E dallo schema di base, necessario a identificare la parola, si schiude per ogni voce un valore aggiunto di libertà e spirito creativo.

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