I trent’anni del Ceghedaccio: Ricordi di serate senza tempo
Presentato il volume di Polesini e D’Argenio che ripercorre l’intuizione di Pontoni

La febbre del sabato sera friulana ha un simbolo: il Ceghedaccio, trent’anni di serate ininterrotte a sognare i Settanta e gli Ottanta, quei decenni che adesso ci sembrano magnifici, ma forse lo sono stati davvero. Ci voleva un libro per santificare la festa, soprattutto la passione di Renato Pontoni che dal 21 settembre 1993 ci mette il cuore. Perché se certe cose non le fai con amore, non funzioneranno mai.
E così l’altra sera in sala Valduga della camera di Commercio, per la verità sold out, “Una festa pazzesca” – questo è il titolo del volume edito da L’orto della cultura e scritto a quattro mani dai giornalisti del Messaggero Veneto Gian Paolo Polesini e Renato D’Argenio – ha mostrato tutto il suo lato pop: in mezzo ai colori di una impaginazione molto dance (a cura di Erika Milite) scorre la lunga storia di un successo inframmezzata dalle testimonianze dei tanti fedelissimi e anche di chi c’è stato poco, ma se lo ricorda, o anche di chi non c’è mai stato eppure lo conosce sin troppo bene, questo immortale Ceghedaccio.

Il segretario generale Maria Lucia Pilutti ha aperto i microfoni con un sincero abbraccio all’amico Renato e a suo figlio Carlo, erede più che legittimo e competente di un gioiello che non conosce declino. «Posso soltanto dire: grazie papà!» e commuove un po’ tutti il rampollo di casa Pontoni, promettendo un’altra edizione per i sessant’anni. A sorpresa il presidente Da Pozzo fa i complimenti al dj con una affettuosa video call.
Renato, forse più emozionato di quando appoggia la puntina sui suoi vinili, racconta aneddoti, propone una standing ovation per Benino Nonino, accompagnato dalla moglie Giannola, uno dei primi testimonial «che andava in giro a portare i volantini con il furgone», sottolinea il mantra che resiste sin dalla prima edizione, ovvero le inflessibili regole (si comincia presto e si finisce presto) e giustamente si vanta di aver creato una zona ad alto tasso di educazione.
Guarda il figlio con amorevolezza e ricorda il ruolo fondamentale della moglie Simonetta. L’incontro evoca ricordi e guai se non fosse stato così: impossibile non scendere a La Botte di Pradamano in quegli anni Novanta ricchi di buon sound, eppure la gente preferiva Donna Summer o Berry White ai Duran Duran, almeno per qualche ora due volte l’anno. Una vita a zonzo per le discoteche friulane poi il Ceghedaccio trovò casa a Udine Fiere. A proposito: il 20 ottobre ci sarà l’appuntamento autunnale e, dal 26 al 30, tutti sulla Costa Favolosa per ballare sulle onde del mare.
Gran finale d’incontro con gli aperitivi Nonino. Il libro sarà a breve nelle librerie della Regione.
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