Fascismo e razzismo si combattono leggendo e viaggiando

La senatrice a vita Liliana Segre nell'Aula di Palazzo Madama durante la cerimonia della decima edizione del premio Guido Carli, Roma, 10 maggio 2019. ANSA/CLAUDIO PERI
La senatrice a vita Liliana Segre nell'Aula di Palazzo Madama durante la cerimonia della decima edizione del premio Guido Carli, Roma, 10 maggio 2019. ANSA/CLAUDIO PERI

Ferdinando Camon

Liliana Segre, ebrea, sopravvissuta ad Auschwitz, è una senatrice a vita, e viene insultata in internet circa duecento volte al giorno con frasi razziste. Per lei è stata votata in senato l’istituzione di una commissione di vigilanza sull’odio razziale, e questo stende un’ombra sul nostro parlamento, come se avesse bisogno di essere vigilato. Perciò qualcuno degli odiatori di Liliana l’accusa di non amare la patria, e lei reagisce con queste parole: «Io non amerei la mia patria? La amavo anche quando mi mandava nel lager». Permetta, signora: allora sbagliava. Non si ama una patria che manda nel lager te o quelli come te. Non si ama una patria nazista o fascista. La si combatte. Su fascismo e razzismo non ci può essere tolleranza. L’istituzione di una commissione contro l’odio razziale, votata per lei al senato, non ha avuto l’unanimità, ha avuto ben 98 astenuti, e questo non può essere accettato, né tollerato, né compreso: noi italiani non possiamo avere 98 parlamentari che non si pronunciano, ma si astengono, su una questione che riguarda l’odio razziale. Essere contro l’odio razziale, contro il razzismo e contro il fascismo, dev’essere una pre-condizione per essere eletto al Parlamento. La discussione fa riemergere un antico proverbio, che avevamo dimenticato ma che torna d’attualità, ed è questo: il fascismo si combatte leggendo, il razzismo si combatte viaggiando. Chi non legge non sa cos’è la storia, chi non viaggia non sa cos’è l’umanità.

Tre sere fa in tv un conduttore metteva alle strette un neonazista, che nella sua camera stendeva su una parete una coperta nera con la svastica, e cercava di mettergli in mano il libro “Se questo è un uomo” di Primo Levi, ma il ragazzo si ritraeva dicendo che quel libro non voleva neanche toccarlo. Ora, tu non puoi essere neonazista e rifiutarti di leggere quel che ha fatto il nazismo. Quel che ha fatto il nazismo riempie intere biblioteche, se non leggi almeno un libro resti un ignorante. La frase “il neonazismo e il neofascismo nascono dall’ignoranza” è fondata. L’ignoranza può portarti a non votare se c’è una consultazione contro il nazi-fascismo, ma non dovrebbe permetterti di far parte dell’organismo che vien consultato. Come leggendo si combatte il fascismo, così viaggiando si combatte il razzismo: perché vedi gli altri popoli da vicino, dal loro interno, e capisci perché sono quel che sono, mentre tu sei quel che sei. Oggi non devi più viaggiare come ai tempi di Marco Polo: il mondo ti entra in casa, basta che tu lo guardi in tv. Dunque i razzisti non sanno guardare la tv. –





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