Da Guido al partigiano Ermes: Zannini racconta l’altro Pasolini

Fra il 7 e il 18 febbraio 1945, diciassette partigiani (tra cui una donna, loro ex prigioniera) delle Brigate Osoppo, formazioni di orientamento cattolico e laico-socialista, furono uccisi da parte di un gruppo di partigiani gappisti (Brigata Garibaldi) appartenenti al Partito Comunista Italiano. Tra questi c’era anche Guido Pasolini, il fratello 19enne del poeta.
L’eccidio di Porzus, di cui ricorre oggi l’anniversario, è uno dei capitoli più controversi e discussi della Resistenza italiana.
Ancora oggi a distanza di tanti anni l’avvenimento fa discutere gli storici ed è fonte di numerose polemiche in ordine ai mandanti dell'eccidio e alle sue motivazioni. La vicenda storica è ben nota, così come quella giudiziaria.
A fare un ritratto di Guido Pasolini è Andrea Zannini, docente all’Università di Udine, nel libro L’altro Pasolini. Guido, Pier Paolo, Porzûs e i turchi (Marsilio) che sarà presentato oggi, martedì, alle 17.30 in sala Ajace nell’ambito di Dialoghi in Biblioteca.
Con l’autore dialogherà il giornalista Oscar d’Agostino, previsti anche interventi di rappresentanti dell’Associazione partigiani “Osoppo-Friuli” e dell’Anpi.
Il saggio di Andrea Zannini si propone il compito di illustrare quei tragici anni in cui combatté e fu ucciso Guidalberto Pasolini, detto Ermes, il nome partigiano che si era dato. Ma è soprattutto il ritratto di un uomo, il fratello di Pierpaolo Pasolini, più giovane del poeta.
Come scrive Walter Veltroni nella prefazione, il libro “è un’analisi approfondita dell’impatto che quella morte ebbe sul poeta, un ragazzo più grande di 5 anni che aveva passato i mesi di occupazione nazista, di bombardamenti e di guerra non con i ribelli in montagna ma con la madre e gli amici a Casarsa, tra paura, esplosioni e una febbrile produzione creativa”.
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