Da Attimis all’Uruguay: un documentario racconta l’avventurosa vita del musicista Tony Croatto

Sarà proiettato martedì 15 aprile, alle 20.30, all’auditorium Tristano d’Attimis con musiche dal vivo anche da parte del figlio Hermes

Tony Croatto trascorre l'infanzia ad Attimis, paese segnato dai duri anni della seconda guerra mondiale, anche perchè colpito, nel 1944, da un attacco incendiario ad opera di unità cosacche che distruggono buona parte delle abitazioni del piccolo paese, tra cui quella della famiglia Croatto, la quale viene, quindi, indotta, come tante altre all'epoca, a scegliere la via dell'emigrazione, peraltro già conosciuta da alcuni suoi componenti (la nonna di Tony, Angelina, nel 1899, a soli otto anni, parte per la Germania, dove lavora in una fabbrica di laterizi, mentre il nonno di Tony, Olivo, assieme ai due figli, rimane diversi anni a Buenos Aires).

Nel 1949, Tony con la mamma Giuditta e i fratelli Argentina (Nelly) e Edelweis (poi in arte Tim) si recano in treno a Genova per imbarcarsi sulla nave che li porterà in Uruguay, a Montevideo, per raggiungere il padre Narciso, che aveva da poco avviato un'attività di falegnameria.

Il lungo viaggio in treno, i cui scanditi rumori costituiscono per Tony un perfetto ritmo musicale che si imprime nel profondo e i successivi 40 giorni di navigazione a fianco del solo fratello, nella sezione maschile della nave, posto che la madre e la sorella si trovano nella sezione femminile, rimarranno per Tony ricordi indelebili, segnando il definitivo passaggio dal Vecchio al Nuovo Mondo.

Gli anni dell'adolescenza vedono Tony aiutare il padre nella propria attività artigianale, mentre la musica, particolarmente amata dai componenti della famiglia, comincia a coinvolgere sempre di più Tony ed i suoi fratelli, le cui voci cristalline si divertono a ripercorrere le hit della pop music internazionale che inizia a diffondersi anche nell'America latina.

Gli inizi della carriera

Tony Croatto trascorre l'infanzia ad Attimis, paese segnato dai duri anni della seconda guerra mondiale, anche perchè colpito, nel 1944, da un attacco incendiario ad opera di unità cosacche che distruggono buona parte delle abitazioni del piccolo paese, tra cui quella della famiglia Croatto, la quale viene, quindi, indotta, come tante altre all'epoca, a scegliere la via dell'emigrazione, peraltro già conosciuta da alcuni suoi componenti (la nonna di Tony, Angelina, nel 1899, a soli otto anni, parte per la Germania, dove lavora in una fabbrica di laterizi, mentre il nonno di Tony, Olivo, assieme ai due figli, rimane diversi anni a Buenos Aires).

Nel 1949, Tony con la mamma Giuditta e i fratelli Argentina (Nelly) e Edelweis (poi in arte Tim) si recano in treno a Genova per imbarcarsi sulla nave che li porterà in Uruguay, a Montevideo, per raggiungere il padre Narciso, che aveva da poco avviato un'attività di falegnameria.

Il lungo viaggio in treno, i cui scanditi rumori costituiscono per Tony un perfetto ritmo musicale che si imprime nel profondo e i successivi 40 giorni di navigazione a fianco del solo fratello, nella sezione maschile della nave, posto che la madre e la sorella si trovano nella sezione femminile, rimarranno per Tony ricordi indelebili, segnando il definitivo passaggio dal Vecchio al Nuovo Mondo.

Gli anni dell'adolescenza vedono Tony aiutare il padre nella propria attività artigianale, mentre la musica, particolarmente amata dai componenti della famiglia, comincia a coinvolgere sempre di più Tony ed i suoi fratelli, le cui voci cristalline si divertono a ripercorrere le hit della pop music internazionale che inizia a diffondersi anche nell'America latina.

L'arrivo a Porto Rico

La piccola isola caraibica, peculiare anche per le sue caratteristiche naturalistiche, costituisce un fecondo luogo di elezione per Tony, la cui personalità, fondamentalmente riservata, trova qui modo di relazionarsi con una comunità accogliente e ricca di valori, di storia pre e post colombiana, oltre che di tradizioni, non solo musicali, da riscoprire. Inizia un lungo e mai terminato lavoro di ricerca e valorizzazione della cultura portoricana, riportata alla luce e riletta attraverso una produzione musicale costellata da successi incancellabili per il popolo portoricano, oltre che dalla realizzazione di programmi televisivi condotti dallo stesso Croatto.

Tony entra a far parte del gruppo musicale Haciendo Punto En Otro Son e, successivamente, sceglie di proseguire il proprio cammino artistico individualmente. Il prezioso lavoro svolto da Tony trova non solo affettuosi consensi e riconoscimenti nel popolo portoricano, ma nelle stesse istituzioni, tant'è che nel 2000 la città di San Juan gli conferisce ufficialmente il titolo di “figlio adottivo”.

Parallelamente, coltiva il proprio sentimento religioso, segnato da un personale percorso di approfondimento, anche teologico, frequentando le comunità cattoliche dell'isola. Scrive una “Missa jibara” (jìbaro, letteralmente, è colui che proviene dalla montagna), in cui il “Creo en Dios” brilla ritmicamente, portando il suo positivo messaggio di fede.

Il percorso giunge a un sicuro apice con “Bendiciòn”, nel 2000, opera nella quale Tony mette in musica laude, orazioni e poemi tratti dalla tradizione popolare ispano-americana, dandone una lettura ed interpretazione intensa e personale.

Un lavoro che ha l'espresso intento di coinvolgere, anche attraverso la musica, i giovani delle zone rurali di Porto Rico, traendo ispirazione dalla vita e dalle opere di San Francesco d'Assisi.

I Viaggi in Friuli

Negli anni '90, Tony intensifica i propri viaggi in Friuli, facendo visita ai propri familiari e cercando di essere presente, in particolare, per i riti della Settimana Santa. Il desiderio di ritrovare i luoghi dell'infanzia, fanno di questi viaggi l'occasione bensì di ricerca delle proprie radici, ma anche di nuove esperienze e di conoscenza della storia e cultura locale, vista con gli occhi entusiasti di chi sa apprezzare innanzi tutto (o soprattutto) le cose semplici. Nel suo ultimo viaggio in Italia, nell'ottobre 2004, Tony desidera gettare anche qui le basi del suo personale e diuturno lavoro di ricerca, cercando i primi contatti con personalità del mondo religioso, nell'intento di intrattenere proficue relazioni. Purtroppo, solo qualche mese dopo dal suo rientro a Porto Rico, giunge la diagnosi di un male incurabile. Il 3 aprile 2005 Tony si spegne nella sua casa di Carolina, seguiranno i funerali di stato e la sepoltura nel cimitero di Old San Juan, riservato agli esponenti della cultura e storia portoricana.

Il documentario

Nel 2015, a dieci anni dalla scomparsa, i figli Alejando (pure musicista) e Hermes si attivano per realizzare un documentario sulla vita del padre, da Attimis all'Uruguay, da Buenos Aires a Porto Rico.

Una delle voci narranti è affidata a Silverio Pérez, noto cantante, musicista, scrittore, presentatore televisivo portoricano, già componente del gruppo Haciendo Punto En Otro Son, amico di Tony, tanto da aver inserito in una propria recente opera la seguente dedica “Al compay Tony Croatto, por hacer la diferencia en mi vida y en la de mi pueblo”.

Attimis ha osptiato la troupe impegnata nella realizzazione del documentario e il 15 aprile 2025, alle 20.30, all’auditorium Tristano d’Attimis del paese, saranno proiettate alcune parti ed eseguite musiche dal vivo anche da parte del figlio Hermes, in visita in Italia.

Il documentario completo è disponibile pubblicamente: https://archive.org/details/croatto-la-huella-de-un-emigrante

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