Camminando nella Val Pesarina per ritrovare Pierluigi Cappello e i suoi amati versi

Se cercate un luogo solitario, isolato, dove trovare lo sguardo e la voce di Pierluigi Cappello, rivivendoli attraverso le sue poesie, adesso c’è. E non è neanche così complicato arrivarci, soprattutto in questa bella stagione.
Si sale in Carnia arrivando a Ovaro e al ponte di Entrampo si svolta verso la Val Pesarina per giungere a Pieria, frazione di Prato Carnico. Da lì, si prende a destra la stradina verso Truia e a quel punto si potrebbe ancora proseguire in auto, ma è meglio scendere e affrontare l’ultima parte del tragitto a piedi per approdare ai mille metri degli stavoli di Orias, un villaggio magico e unico, con dodici edifici collocati come una tribù attorno a un centro, una piazzetta che è il cuore d’un mondo appartato dal quale ammirare tutta la valle.
Gli stavoli, umili abitazioni che risalgono a secoli fa quando di qui passavano le mandrie per l’alpeggio, sono i totem a protezione di un universo che più suggestivo non si può. E adesso lo diventerà in maniera definitiva perché da alcuni giorni sono stati appesi sulle pareti in pietra dei rustici i pannelli con dieci tra le più belle poesie di Pierluigi Cappello, inserite così in un’atmosfera che non inquieta o disturba l’unico abitante del borgo e che certo è totalmente in sintonia con le “parole povere” lasciateci dal grande poeta di Chiusaforte.
Questo percorso di versi esposti sugli stavoli di Orias è un piccolo grande modo per vivere la poesia in ogni risvolto e respiro, come accadrà domenica prossima 4 agosto, alle 18, quando sarà inaugurato il nuovo percorso dedicato a Pierluigi, che appare tra le iniziative per la Settimana d’arte e cultura nella Valle del tempo, proposta dal gruppo “I gufi della Luna”, in collaborazione con Comune e Pro loco.
Il programma prevede inoltre la presentazione di libri (con Mauro Daltin, Raffaella Cargnelutti e Giancarlo Ferron) e mostre nelle corti con gli artisti Luisa Cimenti, Luca Zampini, Giampaola Roia e Antonio Pirone. Il tutto avverrà toccando luoghi e paesi della Val Pesarina come Prico, la fontana di Prato, l’auditorium, la casa del popolo di Pieria, la casa della pesa a Pesariis, lo stali di Bartala.
A Orias andrà in scena qualcosa di speciale perché i versi di Cappello diventano ora una meta per tutti, da andare a leggere e rileggere salendo lassù, anche da soli, in qualsiasi giorno, a qualsiasi ora. Questa è un’estate molto vicina allo spirito e alla serenità lasciataci da Pierluigi, grazie anche a scenari particolari. Giorni fa, davanti all’amideria Chiozza di Perteole e a tanta gente, è stato presentato il romanzo di Alberto Garlini “Il canto dell’ippopotamo”, dove racconta proprio l’amicizia con Cappello. La rassegna Avostanis ai Colonos di Villacaccia è poi cominciata evocando la straordinaria giornata di poesia da lui organizzata l’11 settembre 2005. Prossimamente uscirà un libro della Forum, “Un poeta sulla pista della luce”, con gli interventi ascoltati lo scorso febbraio in una giornata dedicatagli dall’università di Udine.
E ora, grazie al gruppo della Val Pesarina, sarà dunque possibile andare a Orias e ritrovare Pierluigi in una bellissima foto scattatagli da Danilo De Marco (quella in cui lui si affaccia sulla porta della casetta spostando delicatamente la tenda) e i suoi versi, come gli ultimi scritti nel luglio del 2017 mentre era ricoverato a Tolmezzo, quelli di “Un prato in pendio”, dove Pierluigi ci dice: “Ruzzolare, rotolarsi e dopo rialzarsi / in uno scoppio di luce che è lì da millenni / a portare con sé paglia e steli nel maglione e fra i capelli”. Parole con cui, andando oltre il dolore e la crudezza della vita, ci trasmette la profondità e la verità del nostro mondo.
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