Brillano a Gorizia i capolavori di Messerschmidt

Le “teste” acquistate dal conte Guglielmo ricollocate su due teche nel palazzo nobiliare
Di Eliana Mogorovich

Un allestimento semplice, ma raffinato, capace di evidenziare l’incredibile plasticità dei due capolavori che trovano finalmente una collocazione adeguata al loro valore e alla loro conservazione. Unici esemplari custoditi in Italia, le “Teste di carattere” di Franz Xaver Messerschmidt di proprietà della Fondazione Coronini Cronberg da ieri hanno a disposizione uno spazio espositivo permanente ed esclusivo. Precedentemente inserite nel percorso museale del Palazzo nobiliare goriziano (di cui impreziosivano la biblioteca) le sculture troneggiano ora al centro di due teche sistemate in una sala ricavata da quelli che un tempo erano i depositi della villa. Acquistate negli anni Trenta dal Conte Guglielmo, le “Teste” sono state recentemente prestate dalla Fondazione Coronini per essere esposte in numerose mostre monografiche dedicate allo scultore tedesco che ne aveva realizzate una settantina, la metà delle quali di ubicazione ignota. Ancora più elevato, quindi, il valore di queste opere, plasmate da Messerschmidt dopo avere studiato allo specchio il proprio volto, sperimentando le smorfie che poteva assumere a seconda di varie situazioni. “Lo Starnuto” e “L’uomo che guarda il sole” sono i titoli che aveva loro attribuito il conte Guglielmo, recentemente modificati dagli studiosi in “Variante della semplicità di spirito più grande” e “Variante di un intenso odore” a seguito del confronto con versioni simili a quelle goriziane. Vere perle della collezione, le due sculture anziché in alabastro (materiale in cui è stata modellata la maggioranza delle teste) sono realizzate in peltro, lega che contraddistingue anche il medaglione con “Ritratto femminile” ascrivibile allo stesso Messerschmidt e custodito nella medesima sala espositiva. Reso possibile dai finanziamenti della Fondazione Carigo, il nuovo allestimento conta anche su un’importante novità: la riproduzione delle due “Teste” di resina in 3D e a grandezza naturale per rendere fruibile le opere anche dai visitatori non e ipo vedenti.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto