Alla scoperta di malghe e rifugi per una camminata tra gusti e profumi

UDINE. Turismo in alta quota, alla scoperta di malghe, rifugi e prodotti locali per conoscere i paesaggi e i sapori del Friuli Vg. Icone della montagna estiva per chi ama la natura, le malghe rappresentano un volano per l'economia del territorio, settore sul quale la stessa Regione punta per sviluppare un turismo lento e di qualità.
Con queste premesse nasce la guida dedicata alle malghe e ai rifugi del Friuli Venezia Giulia, un compendio che raccoglie 53 indirizzi di malghe - assieme ad altri 37 rifugi - per una sintesi delle strutture ricettive e dell'offerta presente sui monti del Friuli.
Giunta alla seconda edizione, la pubblicazione, curata da Ersa in collaborazione con Promoturismo Fvg, è stata presentata ieri nella sede della Regione di via Sabbadini, alla presenza del vicepresidente regionale Sergio Bolzonello, dell’assessore alle Risorse agricole e forestali Cristiano Shaurli, del direttore dell'Ersa Paolo Stefanelli e del direttore generale di Promoturismo Fvg Marco Tullio Petrangelo.
Da ovest a est, sono 53 gli alpeggi presenti nella guida e per ognuno sono stati indicati l'accessibilità, il periodo di apertura, i contatti, i percorsi associati e la produzione casearia tipica che, generalmente, include formaggi, ricotte e burro.
Altri 36, invece, i rifugi inclusi nel testo dedicato alle strutture ricettive d’alta montagna: nove sulle Dolomiti friulane, 12 su Alpi e Prealpi Carniche, 13 sulle Alpi e Prealpi Giulie e due nelle alte Valli del Natisone.
Settemila le copie stampate in italiano, altre tremila in inglese e altrettante in tedesco, che saranno distribuite gratuitamente negli uffici turistici ma è anche possibile accedere all’elenco di indirizzi attraverso il sito www.malghefvg.it, da consultare anche solo per controllare gli orari di apertura.
Malghe e rifugi sono un sistema fondamentale sia per il turismo estivo che per la micro economia imprenditoriale della montagna per Sergio Bolzonello: «Con questa offerta - ha infatti indicato -, riusciamo a mettere assieme l’escursionismo e la produzione enogastronomica, ma anche l'incentivazione dell'impresa casearia, verso la quale c'è una forte domanda».
Produzione montana agricola e turismo rappresentano due settori che non possono viaggiare separati per l’assessore Shaurli: «Quel patrimonio di alpeggi e rifugi deve essere collegato alla potenzialità turistica della montagna e al suo sviluppo e per questo è necessario un lavoro sinergico che spinga a lavorare in maniera unitaria, ritrovando l'orgoglio di promuovere i prodotti e un territorio attraverso un turismo lento».
Settore, quello delle malghe, sul quale la Regione ha deciso di investire risorse, con 2,5 milioni di finanziamenti europei recentemente ottenuti per due progetti Interreg Italia-Austria.
Meta turistica sempre più apprezzata per un viaggiatore curioso amante della natura e dei silenzi montani, le malghe, per Stefanelli sono anche una soluzione per le nuove generazioni che si avvicinano all’agricoltura di montagna e a breve, aggiunge, «verrà stampata una pubblicazione dell'Ersa dedicata proprio alla filiera ad alta quota».
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