Alan Friedman: vi racconto l’“incantatore” Berlusconi

UDINE. «Mentre raccontava la sua vita, in oltre 35 giorni e più di 100 ore di incontri, interviste filmate e infinite conversazioni tra Arcore e Villa Certosa, in Sardegna, un’immagine più completa di lui come uomo ha cominciato a delinearsi. Talvolta era di malumore, e in quasi tutte le circostanze se la prendeva con i giudici. Eppure sembrava in lotta con il suo stesso destino, senza pace e in attesa di una nuova vittoria. Berlusconi non si è mai ripreso completamente dopo la condanna in Cassazione del 1° agosto 2013».
Eccolo qui, il “re” messo a nudo. L’ex cantante di crociera diventato uno degli uomini più ricchi e potenti della Terra, con i suoi imperi imprenditoriali - dalle costruzioni, alle tv commerciali, al Milan - e la sua sfolgorante ascesa politica (tre volte presidente del Consiglio). Il “grande incantatore” che, alla soglia degli 80 anni, ha scelto di consegnare ad Alan Friedman, e cioè a un giornalista di stampo anglosassone e specializzato in inchieste investigative, la propria storia, le confidenze e gli aneddoti pubblici e privati della sua epica esistenza. E sarà proprio lui, corrispondente di testate prestigiose come l’“International Herald Tribune” e volto noto al piccolo schermo, a presentare “My Way” (Rizzoli), la sua ultima creatura, biografia in 400 pagine su Silvio Berlusconi, in libreria da ottobre, tradotta già in 19 lingue e distribuita in 32 Paesi, per un totale di 100 mila copie vendute, nell’incontro organizzato per oggi, alle 18.30, al teatro Palamostre, dalla Libreria Moderna Udinese.
«Per chi ama la storia – spiega Friedman –, in questo libro troverà alcuni retroscena degli ultimi decenni, un’intervista realizzata al Cremlino con Vladimir Putin, e particolari inediti della Primavera araba e degli intrighi condotti da Angela Merkel e Nicolas Sarkozy per fare cadere Berlusconi, ma troverà anche un ritratto intimo del Cavaliere e confessioni come mai ne aveva fatte prima». Operazione non certo facile, quella di districarsi in mezzo a così tante avventure e di confrontarsi con uno dei personaggi più controversi e debordanti del panorama politico e imprenditoriale italiano.
«La prima regola, in un progetto del genere, è quella dell’imparzialità – tiene a ribadire l’autore –. Non sono il suo nemico Marco Travaglio e non sono neppure il suo amico Emilio Fede. Dalla mia posizione di neutralità, ho tracciato un ritratto onesto e non fazioso di Berlusconi e della sua vita straordinaria». Il segreto del suo successo? «L’empatia – risponde –. La sua capacità di stabilire un rapporto chimico con tutti. Come quella che fece scattare il “colpo di fulmine” tra lui e George W. Bush. Salvo poi – aggiunge – avere fallito nel convincerlo a non invadere l’Iraq».
Empatico con tutti, dunque, tranne che con i magistrati e con la sinistra. «Uno dei principali ritornelli è il mantra secondo cui le inchieste giudiziarie aperte contro di lui – scrive Friedman al capitolo “Imputato” – fanno tutte parte di una cospirazione di sinistra, di una persecuzione organizzata da un gruppo di procuratori politicizzati, che da molto tempo l’hanno messo nel mirino. Non c’è dubbio che, dentro di sè, Berlusconi è sinceramente convinto che questa sia l’unica verità». E adesso? Ora che del Popolo delle libertà sono rimaste le macerie e che anche le sue finanze sono meno floride? «Nonostante l’età – racconta il suo biografo –, non intende gettare la spugna. “Me ne andrò dopo aver vinto un’altra volta”, mi ha detto».
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