Addio a Kamprad il tycoon svedese dei mobili low cost

Addio a mr. Ikea. Ingvar Kamprad, il fondatore dell’impero dei mobili low cost da montare da sé, è morto sabato nella sua casa nello Småland, Svezia meridionale. Aveva 91 anni. La notizia della scomparsa è stata data dall’azienda in un comunicato in cui si definisce Kamprad come «uno dei più grandi imprenditori del XX secolo» e in cui si dice che l’imprenditore ha lavorato «fino agli ultimi giorni, fedele al suo proprio motto che il più resta ancora da fare».
Kamprad pose le basi di quello che è diventato il suo colosso distributivo quando aveva solo 17 anni, finanziandosi con il denaro che il padre gli regalò per i buoni risultati ottenuti a scuola nonostante fosse affetto da dislessia. Agli inizi si dedicò alla vendita di fiammiferi ai vicini di casa, per poi passare a semi per piante da fiore, biglietti augurali, matite e decorazioni natalizie. La vendita di mobili prodotti da artigiani che lavoravano il legno delle foreste della zona dove viveva iniziò nel 1950. L’idea per il nome “Ikea” gli venne combinando le iniziali del suo nome e cognome (IK) e le prime lettere dei nomi delle località in cui aveva vissuto da ragazzo, Elmtaryd (E) e il vicino paese di Agunnaryd (A).
Si racconta che l’idea dei mobili smontabili facilmente gli sia venuta osservando un falegname che si agitava cercando di infilare un tavolo nell’automobile di un cliente. Il primo “pacco piatto” Ikea, facilmente trasportabile e impilabile, è del 1956. Deglianni Cinquanta è anche l’idea del primo catalogo, che negli anni si ritiene sia diventato il libro più stampato al mondo, dopo la Bibbia.
Dagli inizi pionieristici, l’azienda creata da Kamprad è diventata una realtà con 389 punti vendita in 49 Paesi, 194mila dipendenti e un giro d'affari annuo di 38 miliardi di euro: un impero costruito sull’idea di rendere il più facile possibile la vita dei propri clienti.
Il tycoon svedese, che ha passato il timone dell’azienda ai figli nel 2013, pur rimanendo sempre nel consiglio d’amministrazione e continuando a lavorare, nonostante il patrimonio personale (stimato in 33 miliardi di dollari) ne facesse uno degli uomini più ricchi della Terra, ha sempre avuto uno stile di vita modesto, all’insegna del risparmio su tutto quello su cui poteva risparmiare. Viveva in una villetta anonima e modesta, guidava una vecchia Volvo e viaggiava sempre in classe economica. Nel 2016 un’intervista a una televisione svedese disse: «È nella natura di quelli nati nello Småland l’essere parsimoniosi».
Oltre che per la sua frugalità, Kamprad ha fatto parlare di sé anche per i presunti legami con il nazismo durante la Seconda guerra mondiale. Legami che lui stesso chiarì in un libro pubblicato nel 1988, in cui ammise l’amicizia con l’attivista fascista Per Engdahl e l’adesione al movimento svedese di estrema destra “Nysvenska Rörelsen” negli anni tra il 1942 e il 1945, definendo quel suo coinvolgimento politico «una stupidità di gioventù» e «il più grande errore della mia vita».
Alla notizia della morte di Kamprad, Margo Wallstrom, ministra svedese degli esteri, in un tweet ha dichiarato: «Ha dato un posto alla Svezia sulla mappa globale. È stato un imprenditore fantastico che ha contribuito a portare la Svezia in tutto il mondo». Ikea quest’anno aprirà il primo punto vendita in India, e sta organizzando lo sbarco delle librerie Billy e dei divani Ektorp anche sul mercato africano.
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