Addio a Giancesare Flesca grande inviato e opinionista
Roma Il giornalista Giancesare Flesca è morto ieri a Roma a di 74 anni. Nato a Reggio Calabria, aveva iniziato poco piú che ventenne la sua attività giornalistica, subito dopo la laurea in Giurisprudenza alla Sapienza di Roma. Da inviato di “Vie Nuove” seguì nel 1967 il colpo di stato dei colonnelli in Grecia e, pochi mesi dopo, la Guerra dei sei giorni in Medio Oriente. Raccontò il Sessantotto per Paese Sera e l’Astrolabio, scrivendo delle rivolte studentesche e operaie di quel periodo,ma anche delle bombe di piazza Fontana. Nel 1974 il passaggio all’Espresso come notista politico, negli anni in cui l’Italia si confrontava con il divorzio e l’aborto. Ancora inviato in Polonia, per la rivolta di Solidarnosc, è però in Iran che Flesca trovò un cecchino governativo sulla sua strada: durante una manifestazione a Teheran, fu colpito da due fucilate al braccio e al torace. Uscito dall’ospedale, intervistò Khomeyni che mai aveva parlato con un giornalista prima di allora. Corrispondente dagli Stati Uniti per l’Espresso, tornò poi a fare l’inviato per il settimanale Epoca e successivamente il caporedattore al Tg3 con Sandro Curzi. Dal 1988 e fino a pochi mesi fa commentava puntualmente la politica estera per i quotidiani del gruppo Gedi News Network. Lucido e ostinatamente libero fino all’ultimo giorno della sua vita, Giancesare lascia un vuoto in chi lo ha conosciuto come uomo prima ancora che come grande inviato. Da parte del nostro giornale le più sentite condoglianze alla sua famiglia. –
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