Michela Bertossi è Miss Eleganza: «Sogno di fare la criminologa»

La 21enne di Cervignano: «Sophia Loren resta un mito». Il 22 agosto la finalissima al Kursaal di Lignano

Gian Paolo Polesini

Miss Eleganza è l’emblema del concorso di bellezza italiano che dal dopoguerra (1946) consegna al Paese i sentimenti popolari dell’estetica femminile. Ora sempre più s’impone un giudizio che ingloba personalità e carattere, mentre le misure hanno fatto la fine che si meritano. Il 22 agosto, a cura di Modashow.it di Michele Cupitò e di Paola Rizzotti, sarà eletta al Kursaal di Lignano la più bella del Friuli Venezia Giulia, ma qualche fascia già cinge ragazze destinate a fare passerella alle prefinali nazionali nelle Marche. La finalissima sarà il 15 settembre.

Una Miss Eleganza Fvg 2025 già esiste ed è la cervignanese ventunenne Michela Bertossi — incoronata da poco a Pordenone e già Miss Telefriuli — studentessa di Scienze Politiche a Trieste. «Presenterò la tesi a ottobre e poi mi dedicherò a criminologia», fa sapere con una certa convinzione.

Avremo un nuovo commissario?

«Ah questo non lo so, certo è che l’argomento è appassionante. Diciamo una commistione fra passione giovanile e frequentazione delle serie tv noir».

L’importante è avere le idee chiare.

«In realtà solamente adesso le ho, prima mi stavo dirigendo verso psicologia per poi scegliere una facoltà abbastanza generica, che però ti consente di affrontare argomenti intriganti».

La gioventù come vive il dilagare dei femminicidi?

«Percepisco molta disinformazione a riguardo e, soprattutto, poca sensibilità. Io lavoro come cassiera in un locale e osservo i comportamenti dei ragazzi. Principi e valori sono quasi azzerati e questo condiziona il pensiero dell’uomo sulla donna. A ciò si affianca la violenza che è alimentata da motivi spesso futili. È un momento storico preoccupante».

Questa è la sua prima volta a Miss Italia?

«Eh sì. Già nel 2024 Paola mi chiamò, ma non ero pronta a presentarmi davanti a un pubblico. Mamma e nonna mi convinsero ad affrontare il percorso che ti abitua a un certo rigore. No, non mi sono pentita affatto, anzi, partecipare alle selezioni si è rivelato piacevole: vincere subito, be’, ti regala autostima».

Però il bikini è sparito, mi pare?

«Sì, ognuna di noi indossa un vestito elegante a cui si aggiunge un body avvolto da un pareo. Tutto molto raffinato».

Nel decennio scorso fu contestata l’esposizione di nudità e anche in maniera convinta da parte di alcune donne della politica.

«La poca esperienza vissuta mi dà comunque delle certezze, ovvero l’assoluta libertà di scelta su come affrontare la giuria e la platea. Pensavo che si giudicasse la bellezza, in verità i paramenti sono giustamente cambiati. Sul palco non ho pressioni, né ansie. Così è un’esperienza esaltante».

Credo sia stata abolita la formula “Per te Miss Italia finisce qui”, che per anni ha pugnalato in diretta le povere eliminate.

«Adesso si punta sulla selezione. Passano, che ne so, cinque concorrenti e le altre non si presentano sul palco, così almeno evitano la sconfitta, chiamiamola così, davanti agli spettatori. È chiaro che una vince, alla fine, questo è il gioco. Chi non passa sa che potrà ritentare oppure lasciar perdere».

Miss Eleganza è un titolo nobile e di antica formazione. Nel 1950 lo vinse Sofia Scicolone, la Loren, per capirci. Lei ne è consapevole?

«Sono giovane, ma Sophia resta un mito. Che poi la fascia fu creata apposta per lei, l’ho scoperto leggendolo. Cosa dire: è un onore indossarla».

Ogni Miss ha in testa un cambio di vita: lo spettacolo calamita chiunque ci passi vicino. Da quanto s’intuisce lei Michela va per la sua strada. O c’è un margine per nuove esperienze?

«Onestamente non ci ho mai pensato. Preferisco evitare di farmi troppi film, come si dice. Sono una pragmatica: affronto gli ostacoli uno ad uno senza illudermi. So che andrò alle prefinali nazionali e sfilerò con la consapevolezza di superare quel muro. A quel punto eventualmente mi occuperò dello step successivo».

Lei si sente friulana?

«I miei genitori hanno cercato d’infondermi la cultura di un popolo alla quale sono legata, certo».

E sullo strapotere dei social che ci dice?

«Devo ammettere che li temo. Si sta un niente a farsi sfuggire di mano la situazione. Ho imparato a gestirli al meglio». 

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