A Udine il musical Mamma mia!, tre ore di contagiosa energia

UDINE. Non serve nemmeno il Var: donne battono uomini tre a zero. Fantastiche creature crepano le pareti del Nuovo col do di petto. Mamma mia, davvero va detto. Piparo scarica nuovamente uno show di grandi dimensioni, ormai modelli improponibili nell’italietta del risparmio teatrale e dell’opulenza parlamentare. Qualcuno ogni tanto rischia, e se il naso e il senso del bello l’aiutano, gli va per fortuna dritta.
Mamma mia! è musical iconico per millemilla motivi. Gira per il mondo dal 2000 (ancora oggi, alle 17, al Giovanni da Udine, dopo due giorni trionfali), spinto dall’inesauribile sound degli Abba, ci mette tutti nella modalità vacanza greca, buttala via, e propone pure un pensiero sul mater semper certa est, pater numquam. Serve tradurre? La madre è sempre certa, il padre mai. Be’, la storiella è ben nota se non altro perché nel 2008 Phyllida Lloyd firmò l’energetica pellicola con Streep, Brosnan e Firth, per citare l’artiglieria pesante. E c’innamorammo assai, tant’è che il dvd finì in cinque milioni di famiglie.
Non facile simulare su un palcoscenico l’isoletta di Kalokairi, ma con qualche marchingegno semovibile (ci vengono i brividi a pensare al montaggio e allo smontaggio) e con una parete attrezzata, sei anche tu ben lontano dall’umidità friulana. Ecco, se proprio il pelo dell’uovo vogliamo trovare, il decantato mare con undicimila litri d’acqua in scena non si è proprio visto, a parte qualche schizzo e nulla più. Comunque chapeau allo scenografo.
La cavalleria maschile ha decisamente puntato sul fascino: Ward, Conticini e Muniz hanno energizzato le signore al fianco di mariti imbronciati dopo aver subìto il tipico: «Ma tu quei pettorali lì te li sogni». Scena ricca: balletto d’altri tempi copre il perimetro con l’orchestrina live al primo piano. Rarità, ormai. Si va di base che costa meno.
I tre presunti padri hanno voci più contenute (Conticini va più in alto degli altri), ma l’esperienza di saper calcare tavole ruvide è palese e l’amalgama col comparto rosa è perfetto.
Ecco, qui arriviamo in fretta. Lodi sperticate a Sabrina Marciano, una Donna con l’energia di un’atomica. Con un paio di degnissime compagne di avventura: Elisabetta Tulli e Laura Di Mauro, le amiche del cuore Rosy e Tania. Un terzetto che scatena l’inferno. E dalla platea si leva l’entusiasmo. E poi c’è la dolce Sofia, Eleonora Facchini, graziosa biondina dalla voce che sale su su fino in graticcia.
Le tre ore, che all’inizio spaventano, se ne vanno in un sorso. C’è la colonna sonora a dar manforte alle chiacchiere. ’Sti Abba, eh? Si sono estinti poco dopo i dinosauri eppure il sound è ancora bello vivo. Mamma mia spacca, ma Dancing Queen, Waterloo, Honey Honey... ti tirano davvero fuori la gioventù.
Pirandello e Shakespeare vanno benissimo. Ogni tanto dopo i pasti accendono o riaccendono il teatro colto, però questa povera Patria schiacciata dagli abusi del potere di gente infame, come canta Battiato, a qualcosa di buono si deve per forza aggrappare. E il musical fa tanto bene: ti implica solo un pochetto di pensieri, il resto è risucchio totale là sopra. Canti, ti muovi, elimini tossine, vedi bella gente. Siamo o no i nipoti di Garinei & Giovannini? Le cose più difficili le sappiamo fare, è su quelle facili che ci perdiamo.
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