Va fuori strada e si schianta sul ponte: muore a 27 anni andando al lavoro

È morta a 27 anni, uccisa dal violentissimo schianto della sua auto contro un ponticello in cemento, sulla strada che collega la frazione di Azzano di Premariacco a Manzano. Se n’è andata così, poco prima delle 9 di ieri, Chiara Dorotea, giovane bancaria originaria di Tolmezzo, che da qualche mese viveva a Cividale e lavorava nella filiale FriulAdria di Palmanova. Era proprio al lavoro che la giovane si stava recando, quando per cause probabilmente riconducibili anche alla pioggia e al fondo d’asfalto viscido, ha improvvisamente perso il controllo dell’auto, una Lancia Y, ed è uscita di strada, finendo nel fosso e poi contro un ponticello in cemento: la macchina ha centrato il varco ed è rimasta completamente schiacciata nella parte anteriore. L’estrema violenza dell’impatto non ha lasciato scampo alla ragazza, deceduta sul colpo. Il primo a precipitarsi in suo aiuto è stato un vigile del fuoco del distaccamento di Cividale, che non era in servizio e che si è trovato la scena di fronte: è stato lui a estrarre la ragazza dal groviglio di lamiere in cui si era trasformato l’abitacolo della Lancia. Immediata la chiamata al 118: il tempestivo arrivo, in elicottero, del personale medico è però stato inutile perché la giovane era già morta. Sul posto sono arrivati anche i vigili del fuoco – dal distaccamento di Cividale – e i carabinieri, intervenuti con il nucleo radiomobile e con una pattuglia di supporto dalla Compagnia nella città ducale, alla guida del capitano Rossella Pozzebon, per ricostruire la dinamica dell’incidente.
Chiara Dorotea era nata a Tolmezzo e l’8 gennaio aveva festeggiato il 27º compleanno, con la madre Nadia, maestra alla primaria di Moggio Udinese, il padre Federico, impegnato in uno studio di commercialisti, la sorella maggiore Elisa, 33 anni, e i nipotini Mattia di 3 e Nora di sei mesi. «Nipotini che adorava», racconta la madre, lacerata dal dolore. Lei e Chiara avevano l’abitudine di sentirsi la mattina, prima di andare al lavoro. Così anche ieri. «Ci siamo salutate presto al telefono – racconta la mamma – e ci siamo dette che ci saremmo risentite la sera. E invece...». La voce è rotta dal pianto. Nadia chiede conforto al marito Federico. È stato lui il primo a sapere cos’era successo, avvisato dai carabinieri, e a dover chiamare la moglie, già al lavoro a Moggio. «Mi ha detto dell’incidente – racconta la madre – e ho tanto sperato che non fosse grave. Avevamo un bel rapporto, ma mi sono potuta godere questa figlia soltanto per 27 anni. Non so come andrò avanti», dice la madre mentre guarda la foto di Chiara nel giorno della laurea. «Le volevano tutti bene, era solare, estrosa, gioiosa, ci teneva viva con le sue mille idee e cose da fare», riesce ad aggiungere la mamma.
Chiara Dorotea, con il fidanzato Francesco, da circa un anno viveva a Cividale, da quando, dopo la laurea in Scienze dell’economia, aveva fatto per sette mesi uno stage all’ufficio estero di Civibank. Terminata quell’esperienza aveva lavorato prima nella filiale di Gorizia di FriulAdria e poi in quella di Palmanova. «Una ragazza meravigliosa, intelligente, competente, gentile», ricordano dall’istituto di credito cividalese. La data dei funerali non è ancora stata fissata. —
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