Udine, in via Mercatovecchio spuntano i resti del castelliere e il cantiere si ferma

Reperti del borgo fortificato che risale all’età del bronzo. La Soprintendenza ha chiesto di poter ampliare lo scavo

UDINE. Dal cantiere di via Mercatovecchio spuntano i resti del castelliere di Udine, il borgo fortificato dell’età del bronzo. La scoperta è avvenuta qualche giorno fa da parte della ditta che si sta occupando del rifacimento dell’impianto fognario. L’area è stata delimitata con l’intervento della Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio del Fvg che, insieme al Comune, ha effettuato un sopralluogo chiedendo di poter ampliare lo scavo.

Una notizia certamente positiva per l’apporto che potrà dare alla storia della città, ma che rischia di gettare ancor più nello sconforto gli operatori economici della via, già alle prese con un cantiere in forte ritardo rispetto alle previsioni e con un calo di fatturato notevole (aggravato con l’emergenza coronavirus).

Ma il vicesindaco Loris Michelini vuole tranquillizzare tutti: «Non mi sento di fare più previsioni per la chiusura dell’opera, dopo tutto quello che è successo – ammette – però l’obiettivo dichiarato è e resta quello di concludere il secondo lotto il più presto possibile, entro la data inizialmente prevista per il passaggio del Giro d’Italia (tra il 24 e il 26 maggio)».

La Corsa rosa è slittata a data da destinarsi a causa del coronavirus, ma Michelini spera comunque di riaprire la via entro la fine di maggio, mantenendo così l’impegno preso con i commercianti. Vedremo se gli approfondimenti archeologici concessi alla Soprintendenza (che richiederanno almeno una decina di giorni) faranno rispettare tale termine.

Di certo il rinvio del Giro contribuirà a far allentare la tensione di amministratori e maestranze. «Mi auguro che i lavori riprendano prima possibile – chiude Michelini – per non vanificare l’ottimo lavoro della Acquaviva srl, che ha portato a termine il rifacimento delle fognature in anticipo rispetto al previsto».

Per quanto riguarda le scoperte archeologiche, il sindaco Pietro Fontanini e la soprintendente Simonetta Bonomi le definiscono «di grande importanza per la storia della città», in quanto verosimilmente riferibili al terrapieno di chiusura nord dell’abitato protostorico di Udine, fino a oggi di incerta collocazione. Per questo la Soprintendenza ha chiesto alcuni giorni di tempo per allargare l’area di scavo e inquadrare dal punto di vista scientifico quanto rivenuto. Istanza accolta dal Comune, con gli archeologi che in tal modo riusciranno a operare a distanza di sicurezza.

Dal punto di vista storico, è noto, soprattutto per merito del naturalista Achille Tellini, che la città di Udine affonda le proprie radici in epoca protostorica. Al di sotto dei livelli medievali e rinascimentali, nel centro storico, sono presenti strati archeologici riferibili al castelliere di Udine.

I primi scavi condotti nel 1996, sulla sommità del colle del castello, hanno infatti messo in luce una fossa di scarico (struttura tipica all’interno dei castellieri) contenente più di 8 mila frammenti ceramici, riferibili all’età del Bronzo Finale (XI sec a.C.).

Anche dal sottosuolo di via Mercatovecchio sono emersi elementi in ceramica riconducibili a questo primo insediamento. Nulla a che vedere, per importanza, con i ritrovamenti della prima parte del cantiere, che comunque avevano causato qualche ritardo nei lavori per gli approfondimenti storici eseguiti.


 

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