Udine, decine di bambini rimasti senza mensa a scuola

I genitori protestano, una mamma chiede la testa dei responsabili del disservizio. La situazione più grave alla Pascoli: per due prime solo 16 posti a disposizione.

Udine 15 giugno 2011 code centro vacanze Copyright PFp
Udine 15 giugno 2011 code centro vacanze Copyright PFp

UDINE. Decine di bambini iscritti alle classi prime nelle scuole elementari cittadine sono rimasti senza mensa. Anche se, l’altro giorno, i genitori si sono messi diligentemente in fila fin dalle primissime ore dell’alba, quando sono arrivati allo sportello i posti lasciati liberi dagli alunni di quinta erano già esauriti. Un esempio. Alla “Pascoli” dove a settembre saranno istituite due prime con circa 50 bambini, i posti mensa a disposizione erano 16. E chi aveva ritirato il numero 45 si è ritrovato al dodicesimo posto in lista d’attesa. Tante le proteste. Anche perché quando entrambi i genitori lavorano andare a prendere i figli alle 13 per riportarli alle 14.30 al doposcuola diventa davvero impossibile.

A farsi portavoce di questo disagio è Lorenza Ambrosio, mamma di due gemelli che, ieri, ha preso carta e penna e scritto una lettera aperta al sindaco, Furio Honsell, invitandolo «a esercitare il suo giusto potere di amministratore della cosa pubblica e a prendere i dovuti provvedimenti». Come? «Invitando i responsabili a dimettersi» perché, è sempre la signora a evidenziarlo, «il Comune di Udine, nella persona dell’assessore Franzil, ha gestito in modo scellerato il servizio “doposcuola” lasciando tantissimi bambini senza servizio. In nessuna riunione, comunicazione, mail, è stato accennato al fatto che i posti fossero limitati».

La signora va giù pesante, perché, anche i suoi due gemellini sono stati esclusi. «Mi sono messa a piangere - aggiunge - perché ho bisogno del doposcuola, pago le tasse regolarmente, amo la mia città e ho sempre apprezzato e riconosciuto il buon operato di tanti dipendenti, dirigenti e assessori comunali, ma quando si sbaglia si deve rispondere del proprio operato con responsabilità e umiltà».

Altrettanto infastidito Mirko Venuti, papà di due gemelli, arrivato davanti agli uffici di viale Ungheria alle 6.45: «qui - racconta - ho trovato una sessantina di persone assonnate, molte delle quali appoggiate a una sedia pieghevole di fronte all’ingresso». Il primo era arrivato all’1.30. Venuti si chiede infatti: «Invece di far venire 150/200 persone tutte nello stesso giorno, non era più semplice raccogliere le iscrizioni in giornate diverse scuola per scuola? Anche perché chi è arrivato alle 2.30 e non è riuscito a iscrivere il figlio che colpe può avere?».

Di fronte a tutte queste proteste, l’assessore Franzil replica ribadendo che per iscrivere i bambini al servizio mensa «non serve mettersi in coda a mezzanotte». Secondo Franzil, infatti, «la durata effettiva dell’attesa è stata di due ore dall’apertura dell’ufficio». E circa la proposta avanzata da alcuni genitori di assegnare a ciascuna scuola una giornata particolare per l’iscrizione del figlio, l’assessore riporta la questione sull’aspetto politico: «Fare arrivare i genitori scaglionati è un po’ complicato perché esistono picchi di adesione in alcune scuole non preventivabili. Per questo motivo avere una visione d’insieme è più utile». In ogni caso l’obiettivo del Comune è l’assegnazione dei servizi all’atto dell’iscrizioni dei bambini direttamente nelle scuole.

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