Udine, decine di bambini rimasti senza mensa a scuola
I genitori protestano, una mamma chiede la testa dei responsabili del disservizio. La situazione più grave alla Pascoli: per due prime solo 16 posti a disposizione.

UDINE. Decine di bambini iscritti alle classi prime nelle scuole elementari cittadine sono rimasti senza mensa. Anche se, l’altro giorno, i genitori si sono messi diligentemente in fila fin dalle primissime ore dell’alba, quando sono arrivati allo sportello i posti lasciati liberi dagli alunni di quinta erano già esauriti. Un esempio. Alla “Pascoli” dove a settembre saranno istituite due prime con circa 50 bambini, i posti mensa a disposizione erano 16. E chi aveva ritirato il numero 45 si è ritrovato al dodicesimo posto in lista d’attesa. Tante le proteste. Anche perché quando entrambi i genitori lavorano andare a prendere i figli alle 13 per riportarli alle 14.30 al doposcuola diventa davvero impossibile.
A farsi portavoce di questo disagio è Lorenza Ambrosio, mamma di due gemelli che, ieri, ha preso carta e penna e scritto una lettera aperta al sindaco, Furio Honsell, invitandolo «a esercitare il suo giusto potere di amministratore della cosa pubblica e a prendere i dovuti provvedimenti». Come? «Invitando i responsabili a dimettersi» perché, è sempre la signora a evidenziarlo, «il Comune di Udine, nella persona dell’assessore Franzil, ha gestito in modo scellerato il servizio “doposcuola” lasciando tantissimi bambini senza servizio. In nessuna riunione, comunicazione, mail, è stato accennato al fatto che i posti fossero limitati».
La signora va giù pesante, perché, anche i suoi due gemellini sono stati esclusi. «Mi sono messa a piangere - aggiunge - perché ho bisogno del doposcuola, pago le tasse regolarmente, amo la mia città e ho sempre apprezzato e riconosciuto il buon operato di tanti dipendenti, dirigenti e assessori comunali, ma quando si sbaglia si deve rispondere del proprio operato con responsabilità e umiltà».
Altrettanto infastidito Mirko Venuti, papà di due gemelli, arrivato davanti agli uffici di viale Ungheria alle 6.45: «qui - racconta - ho trovato una sessantina di persone assonnate, molte delle quali appoggiate a una sedia pieghevole di fronte all’ingresso». Il primo era arrivato all’1.30. Venuti si chiede infatti: «Invece di far venire 150/200 persone tutte nello stesso giorno, non era più semplice raccogliere le iscrizioni in giornate diverse scuola per scuola? Anche perché chi è arrivato alle 2.30 e non è riuscito a iscrivere il figlio che colpe può avere?».
Di fronte a tutte queste proteste, l’assessore Franzil replica ribadendo che per iscrivere i bambini al servizio mensa «non serve mettersi in coda a mezzanotte». Secondo Franzil, infatti, «la durata effettiva dell’attesa è stata di due ore dall’apertura dell’ufficio». E circa la proposta avanzata da alcuni genitori di assegnare a ciascuna scuola una giornata particolare per l’iscrizione del figlio, l’assessore riporta la questione sull’aspetto politico: «Fare arrivare i genitori scaglionati è un po’ complicato perché esistono picchi di adesione in alcune scuole non preventivabili. Per questo motivo avere una visione d’insieme è più utile». In ogni caso l’obiettivo del Comune è l’assegnazione dei servizi all’atto dell’iscrizioni dei bambini direttamente nelle scuole.
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