Truffe agli anziani, cosa fare per non cadere in trappola

Cosa fare se uno sconosciuto sorridente vi si avvicina, vi saluta e vi abbraccia con entusiasmo? Meglio tirarsi indietro subito, altrimenti rischiate di vedervi sfilare il portafoglio o l’orologio.
Si tratta della truffa dell’abbraccio, una trappola che malviventi senza scrupoli tendono sempre più spesso a persone anziane che si trovano lungo strade semideserte o in parcheggi.

È così che sabato scorso una giovane ha derubato un uomo di circa settant’anni che si trovava vicino alla casetta dell’acqua di Campoformido, a due passi dalle scuole elementari di via Caterina Percoto.
Il pensionato, che era intento a riempire le bottiglie, ha visto una donna scendere da un’auto a bordo della quale c’erano anche altri due individui. Subito dopo c’è stata la scena della vecchia conoscenza, tra sorrisi ed espressioni meravigliate.
Il tutto è durato pochissimo tempo e si è concluso con l’abbraccio e con la donna che risaliva in macchina. Solo quando la ladra si era già allontanata il malcapitato si è accorto che non aveva più il portafoglio e si è quindi rivolto alla stazione carabinieri del paese guidata dal maresciallo maggiore Giovanni Sergi.
«Purtroppo nel nostro Comune era già capitato più o meno un mese fa – ricorda il vicesindaco della cittadina del Trattato Paolo Fontanini –, quando erano stati messi a segno ben due colpi a distanza di mezz’ora l’uno dall’altro. A quegli episodi – prosegue – aveva assistito un testimone che, invece di avvisare il prima possibile i carabinieri, aveva raccontato l’accaduto sui social-network.
Tale tipo comportamento è un malcostume della nostra strana società. In ogni caso, per evitare che fatti così spiacevoli si ripetano – conclude il vicesindaco – meglio tenere presente che un abbraccio da parte di una persona con cui non si ha confidenza deve sempre destare sospetto. Per essere educati e, allo stesso tempo, empatici, un saluto, parole gentili e una stretta di mano sono più che sufficienti».
Gli stessi consigli arrivano anche dai carabinieri: «Meglio essere diffidenti di fronte a chi non si conosce – suggerisce il maggiore Alberto Granà, comandante della Compagnia di Udine –, anche perché accade tutto in pochi attimi e per questo non è facile evitare trappole del genere. Sul momento non ci si rende nemmeno conto di quel che sta accadendo.

Poi, quando si fa mente locale, i malfattori sono già scappati. Ma non tutto è perduto. Fare caso al mezzo usato dai truffatori e alla direzione di fuga può consentire una rapida identificazione dei responsabili. E a monte, ovviamente, ci dev’essere una segnalazione tempestiva, possibilmente immediata, ai numeri d’emergenza».
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