Spillavano soldi ad anziani e preti inventandosi parenti morti

UDINE. A divorarli era la passione per il gioco con il quale dilapidavano i propri patrimoni. È così che si sono ritrovati a spillare soldi ad anziani, preti e suore, gente di buon cuore con la scusa di dover ripianare debiti, accudire un parente malato, seppellire un morto, promettendo, nel contempo, di restituire il denaro in vista di investimenti particolarmente redditizi.
E, per raggranellare qualcosa come 72 mila euro, non hanno lasciato nulla di intentato, compreso inventarsi un sedicente finanziere in vena di sanzioni, cui bisognava consegnare del denaro pro bono pacis.
È così che Gian Paolo Bodini, 57 anni e Domenico Forte di 55, entrambi domiciliati a San Giovanni al Natisone, sono finiti davanti al giudice per le udienze preliminari Daniele Faleschini Barnaba che ieri li ha condannati rispettivamente a 2 anni 5 mesi 10 giorni e 1.400 euro di multa e a 2 anni e 6 mesi di reclusione e 1.600 euro di multa.
Al termine dell’udienza, che si è celebrata con il rito abbreviato, il giudice ha anche disposto il risarcimento di 27 mila euro alla parte lesa che si è costituita parte civile, più la rifusione delle spese disponendo la restituzione dei reperti sequestrati. I due imputati, assistiti dai legali di fiducia, avvocati Gianluca Visonà e Marina Criscuoli ora sono agli arresti domiciliari, una misura che il legale di Bodini ha chiesto di revocare, ma l’istanza è stata respinta.
Numerosi i fatti contestati ai due imputati fra novembre del 2014 e luglio dello scorso anno, da Udine a Carlino, da Paluzza a Campoformido.
Forte era accusato di essersi fatto consegnare 200 euro da una suora ultraottantenne su promessa di restituirli a breve termine. L’aveva avvicinata fingendo un’amicizia in comune e l’aveva impietosita sostenendo che doveva raggiungere il figlio, vittima di un incidente all’estero.
Era caduto nello stesso tranello un sacerdote che era stato accanto a Eluana Englaro nelle ultime fasi della sua vita. E proprio parlando della sfortunata giovane Forte lo aveva avvicinato, fingendosi un operatore sanitario. Si era fatto dare dall’anziano prete 850 euro, soldi che dovevano aiutare il fratello malato di gioco d’azzardo, su promessa di restituzione. Simile la vicenda di un altro parroco che aveva visto andare in fumo 300 euro.
A pesare è stata la deposizione del medico Francesco Piani che ha confermato come Forte fosse in trattamento per la ludopatia, un problema che toccava anche Bodini. Il giudice ha riconosciuto le attenuanti, così l’aggravante sulla truffa è caduta, e, non avendo i tre religiosi sporto querela, l’azione penale è stata dichiarata improcedibile.
Gli imputati sono stati assolti per tre ipotesi di reato di truffa ai danni di due anziani. Non è andata così per le altre accuse, quella di millantato credito, sostituzione di persona e truffa ai danni di un anziano, che aveva versato a Bodini 43.700, il quale, in crisi finanziaria, aveva promesso di restituire i soldi con gli interessi grazie a un affare in Albania.
Salvo poi inventarsi l’intervento di un maresciallo della Finanza, impersonato da Forte, che aveva scoperto alcune irregolarità e andava rabbonito con 20 mila euro affinchè la vicenda non venisse resa nota con conseguenze penali. È proprio per questo episodio entrambi sono stati condannati per truffa.
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